VIDEO POST > STRATACUT
VIDEO POST rilancia Stratacut di Ellard DeVane
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FRAME cattura Rubber Pencil Devil, la serie finale di cinquantasette video installata allâinterno di una casa luminosa costruita con luci al neon colorate, ispirata al tempo trascorso da Da Corte a disegnare in una tavola calda durante la scuola dâarte. Le immagini di Da Corte sono abbinate alle parole del video di Bob Dylan âSubterranean Homesick Bluesâ del 1965 e lâartista si chiede: âCinquantâanni dopo, forse questo è un momento simile, che ha bisogno di una conversazione empatica e forse se uso le parole [di Dylan] e le abbino alle mie immagini, potrei dare un senso allâAmericaâ. (via)
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VIDEO POST rilancia File Tabs no. 1 di Thomas Jackson, lavoro di arte pubblica esposto presso Knoll Park in Tiburon nel 2023 e realizzato con e per la comunitĂ locale.
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âMi sentivo diviso, schizofrenico. La guerra, ciò che
stava accadendo in America, la brutalitĂ del mondo.
Che tipo di uomo sono, seduto a casa, a leggere
riviste, andando su tutte le furie per qualsiasi
cosaâe poi andare in studio a sfumare un rosso su
un blu.â
(Philip Guston, circa 1968)
Banquet Gallery a Milano ospita DAN, personale di Carlo Zanni con opere recenti ed inedite, che includono dipinti, sculture e una performance digitale su Internet, tutte incentrate sulle intersezioni tra consumismo, ansia, emoji e identitĂ , sullo sfondo di una guerra perpetua.
La serie Check-Out Paintings esplora il limbo psicologico dellâesperienza dâacquisto, catturando le emozioni fugaci e compulsive che lâeCommerce genera come forma di interazione con il mondo. Questi dipinti astratti evocano una riflessione contemplativa sullâansia, il desiderio e la consapevolezza delle nostre azioni mentre prenotiamo, mettiamo like, scorriamo, spediamo, zoomiamo o restituiamo un oggetto. I Check-Out Paintings mettono in relazione la cultura digitale con una pratica artistica tradizionale, richiamandosi alle esplorazioni del tempo di On Kawara e alla sensibilitĂ minimalista di Agnes Martin. Con una palette di colori delicati e lâinclusione di elementi visivi come emoji ed emoticon giapponesi utilizzati come clickbait, questi dipinti invitano lo spettatore a unâesperienza piĂš intima, rivelando, infine, contenuti inaspettati.
Al piano inferiore, in un ambiente poco illuminato, è esposta per la prima volta la serie DAN: sculture in MDF incise al laser con i loghi di Amazon distorti e storpiati. Alterazioni generate dallâutilizzo di una versione preliminare ed imperfetta di DALL-E, un software di Intelligenza Artificiale per la generazione di immagini basate su input testuali â ora integrato in ChatGPT.
DAN è lâacronimo di âDo Anything Nowâ, un comando che un tempo permetteva agli utenti di hackerare ChatGPT, aggirando le sue protezioni etiche e morali. Queste sculture minimaliste, in penombra, invitano gli spettatori a impegnarsi in un processo simbolico di unboxing e di autoriflessione. Man mano che la vista si adatta alla scarsa illuminazione, delle forme nascoste iniziano gradualmente ad emergere.
A completamento della mostra è la performance online My Shameful Sweet Spot Between Distress and Hilarity, unâopera digitale, live e in continua evoluzione che esplora il fragile equilibrio tra bellezza, umorismo e assurditĂ delle nostre vite. Mediante un bot che interroga un sito web di moda con le ultime notizie di Al Jazeera, lâopera trasforma la cultura del consumo in una meditazione dinamica sui desideri e le vulnerabilitĂ umane. Ciò richiama il concetto di Slavoj Ĺ˝iĹžek di âUnknown Knownsâ (Cose Conosciute Sconosciute) â quelle credenze, valori e ideologie che esistono al di sotto della nostra consapevolezza e hanno un impatto determinante sul modo in cui percepiamo il mondo e agiamo in esso.
Le opere in mostra fondono tecnologia, commento sociale e tecniche tradizionali in uno stato liminale che evoca una sensazione di instabilitĂ e trasformazione continua; elementi tipici della ricerca dellâartista.
(dal comunicato stampa)
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FRAME cattura Arc 2000 di Simon Beck, una di una sua serie di trasformazioni di paesaggi innevati e sabbiosi in opere geometriche monumentali, combinazione di precisione matematica e natura, realizzati camminando lungo i laghi ghiacciati della Savoia.
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VIDEO POST rilancia r/place, progetto collaborativo ed esperimento sociale ospitato nel 2017 (e poi nel 2022-23) su Reddit, community nata nel 2005.
Lâesperimento consisteva in una tela online che gli utenti registrati potevano modificare cambiando il colore di un singolo pixel con un altro da una tavolozza di 16 colori. Dopo il posizionamento di ogni pixel, un timer impediva allâutente di inserire altri pixel per un periodo di tempo variabile da 5 a 20 minuti. Il video riprende lâesperimento nel 2023, quando la piattaforma è stata interrotta. Questo breve video documenta il posizionamento di 160 milioni di piastrelle posizionate da 10,4 milioni di persone in sole 83 ore.
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Da diversi anni a Roma, Il festival VIDEOCITTĂ, ideato da Francesco Rutelli e diretto da Francesco Dobrovich, si pone come osservatorio audiovisivo, includendo anche nomi della musica elettronica, talk sui new media e installazioni immersive. Ponendosi tra cultura e intrattenimento da qualche anno questo grande evento è ospitato nel suggestivo spazio di archeologia industriale del Gazometro di Roma.
Ora, chiusa a settembre lâedizione 2024 che ha presentato il lavoro di oltre 500 artisti, VideocittĂ ha proseguito il 14 dicembre con lâassegnazione del VideocittĂ Awards, al Palazzo dei Congressi di Roma, con la conduzione del giornalista e critico dâarte Nicolas Ballario e della content creator Momoka Banana.
Federica Di Pietrantonio (categoria: video arte), lâartista multimediale e fisico Riccardo Giovinetto (categoria: AV Performance),la content creator Margherita Paiano (categoria: Creator), gli studi new media Onda Studio (categoria: Immersive Experience), e Machine Zero (categoria:Next). Margherita Landi ha ottenuto la menzione speciale.
In una sala gremita, la cerimonia è stata accompagnata dalla performance live audiovisiva âSHIROâ dei Nonotak, duo fondato nel 2011 dallâartista visiva Noemi Schipfer e dallâartista del suono e della luce Takami Nakamoto, gioco di sovrapposizioni di ombre, luci e musica techno attraverso quattro schermi semi-trasparenti e i corpi degli artisti.
Allâinterno del foyer dellâarte è stato possibile fare esperienza di ODE corporis, la prima esperienza in VR del Teatro dellâOpera di Roma, ideata e curata da Anna Lea Antolini con Giuliano Danieli per la regia di Guido Geminiani. Prodotto dal Teatro dellâ Opera di Roma in collaborazione con VideocittĂ , si tratta di un viaggio attraverso il corpo, negli spazi noti e meno noti, accessibili e inaccessibili del Teatro Costanzi e del suo laboratorio scenografico, i Cerchi. La serata si è conclusa con il DJ set di Efee
I videocittĂ Awards sono organizzati da VideocittĂ , il festival ideato da Francesco Rutelli con la direzione creativa di Francesco Dobrovich, in coproduzione con EUR SpA nellâambito della rassegna EURCULTURE 2024/25, e grazie allo sponsor partner Ploom.
I premi di questa edizione sono stati consegnati da: Lorenza Lei, Responsabile Cinema Regione Lazio, Silvia Scozzese, Vicesindaco e Assessore al Bilancio Roma Capitale, Dardust, pianista, compositore e produttore, Laura Negrini, Direttrice IED Roma.
immagini: (cover 1) Nonotak (2) Vincitori Premio Videocittà (3) ODE corporis, esperienza in VR 360° (4) Videocittà Awards Cerimony
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Con installazioni, performance audio-video live, musica elettronica, video mapping, workshop, residenze artistiche e simposi, Fotonica si divide tra lâAccademia dâUngheria a Roma e il quartiere Alessandrino in una location avveniristica di ultima generazione: il Chromosphere Dome, unâenorme cupola, solitamente utilizzata in campo astronomico e in particolare nei planetari, che avvolge il pubblico con suoni e immagini da ogni direzione, garantendogli una reale quanto rara esperienza immersiva a 360 gradi.
Fiore allâocchiello di FOTONICA i live audio video di otto artisti di fama internazionale aprono e chiudono il Festival: Lydia Yakonowsky (Canada), VJ Spetto (Brasile), Ployz (Germania) Monocolor (Austria), Damiano Simoncini | Levi & Cristina Angeloro (Italia) Kati Katona (Ungheria), Milian Mori (Svizzera), Touchy Toy Collective (Italia) Konx-om-Pax (Uk).
Dal 13 al 21 dicembre, tutti i giorni dalle 11 alle 17, nel Chromosphere Dome si susseguiranno le opere video dedicate a bambini e bambine. Dalle 17 in poi, lâesterno della cupola ospita i video mapping di artisti come DeRe dal Michigan e i lavori finali delle residenze artistiche e dei workshop per adulti e bambini a cura di Naba, FLxER e Fusolab, mentre allâinterno della cupola, parallelamente, saranno proiettate le opere video di artisti internazionali: dal Giappone Yuri Urano e Manami Sakamoto, dalla Cina Te-Hsing Lu e Calvin Sin, dalla Polonia Ari Dykier, dalla Germania Sergey Prokofyev, dalla Grecia e dal Regno Unito Uncharted limbo Collective, e infine dalla Francia Milkorova, Sandrine Deumier, François Vautier, Flore e SĂŠbastien Labrunie.
Fotonica ha inaugurato venerdĂŹ 13 dicembre allâAccademia dâUngheria in Roma con Modulator V3, installazione del celebre artista ungherese DĂĄvid Ariel Szauder, ispirata allâiconico âLight Prop for an Electric Stageâ (1930) della figura di spicco della Bauhaus LĂĄszlĂł Moholy-Nagy.
Lâopera concepita da LĂĄszlĂł Moholy-Nagy e progettata dallâarchitetto IstvĂĄn SebĹk era originariamente intesa come un âdispositivo sperimentale per la pittura della luceâ. Attingendo al prototipo originale Szauder ha creato una performance interattiva arricchita da unâesperienza uditiva che risponde allâambiente di luci e ombre creato dal movimento della scultura.
Il Festival ha proseguito, e prosegue ancora, tra Accademia di Ungheria e il Chromosphere Dome fino al 21 dicembre, 2024 con eventi di live performance, incontri e workshop. Consultate qui il sito per il calendario aggiornato degli eventi e per i biglietti.
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FRAME cattura Seeders and Leechers di Janne Schimmel, scultura ed ecosistema dove componenti tecnologici coesistono con forme scultoree che imitano forme viventi e che sembrano in procinto di trasformarsi.
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VIDEO POST rilancia SLOW ROOM dellâartista californiano Johnatan Schipper: un soggiorno viene lentamente trascinato in un buco nel corso di un mese, risposta al dilemma dei nostri tempi: âessere parte del sistema mentre si nega e si rifiuta la stasi⌠â.
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Dallâ8 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, la Schirn Kunsthalle di Francoforte dedica una retrospettiva allâartista tedesco-americano Hans Haacke, con una rassegna di opere a dal 1959 a oggi, tracciandone il suo indirizzo politico.
In diverse occasioni, i suoi controversi contributi artistici ai dibattiti in corso sono stati censurati dalle mostre. Artisticamente, ha perseguito una varietĂ di strategie, impegnandosi precocemente nei campi dellâecologia e delle scienze naturali, attingendo agli approcci del gruppo ZERO, del Minimalismo, dellâArte Concettuale, dellâarte pubblica e della poster art, tra gli altri. In qualitĂ di pioniere della Critica Istituzionale nellâambito dellâArte Concettuale, le sue opere esaminano ordini o sistemi e li presentano in modo comparativo. Lâartista stesso descrive il mondo come un super-sistema con innumerevoli sottosistemi, ognuno dei quali è piĂš o meno influenzato dagli altri. Il pensiero sistemico, la critica istituzionale e la democrazia sono i temi principali che attraversano lâopera di Haacke. Alla Schirn sono in mostra i primi lavori iconici degli anni Sessanta, i suoi influenti sistemi in tempo reale, i pezzi che invitano alla partecipazione del pubblico e le ampie installazioni (storiche) politiche. Con circa settanta dipinti, fotografie, oggetti, installazioni, azioni, manifesti e un film, la mostra illustra come Haacke sia diventato uno degli artisti politici piĂš importanti e influenti del mondo per le generazioni successive.
Per questa retrospettiva completa, lo Schirn è riuscito a riunire a Francoforte importanti opere dellâartista provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali, tra cui: Museum Abteiberg, MĂśnchengladbach; Art Gallery of Ontario, Toronto; FRAC Bourgogne Dijon Collection; Generali Foundation Collection at the Museum der Moderne, Salzburg; Hamburger Bahnhof Nationalgalerie der Gegenwart, Berlino; LACMA, Los Angeles; Museum Ludwig, Colonia; MACBA, Barcellona; Lila and Gilbert Silverman Collection, Detroit; TATE London e Whitney Museum of American Art, New York.
Sebastian Baden, direttore della Schirn Kunsthalle di Francoforte, osserva che: âHans Haacke è una leggenda dellâarte concettuale politica. Con questa retrospettiva presentiamo un artista il cui lavoro ha avuto una grande influenza sullâarte contemporanea. I suoi temi principali dellâecologia, della critica istituzionale e della democrazia sono anche i temi centrali del presente. La pratica critica di Haacke deve essere resa accessibile e comunicata a un vasto pubblico internazionale. Lâartista si preoccupa sempre di coinvolgere gli spettatori, invitandoli a impegnarsi in un dibattito critico e sensibilizzandoli alla diversitĂ e alla libertĂ di opinione. Il potenziale democratico del suo lavoro di opposizione è particolarmente rilevante oggi, in un momento in cui le democrazie di tutto il mondo sono a rischioâ.
Ingrid Pfeiffer, curatrice della mostra, osserva inoltre: âOsservare in particolare i primi lavori di Hans Haacke offre spunti di riflessione su unâopera che a prima vista può sembrare eterogenea. Egli utilizza questioni sistemiche per combinare materiali e tecniche diverse come la fotografia, gli oggetti, le azioni o le installazioni. I parallelismi strutturali percorrono come un filo dâoro la sua opera. In vari periodi, ha collegato sistemi fisici, biologici e sociali per rivelare strutture e cicli. Il lavoro di Haacke è sempre rigorosamente politico, ma anche poetico e umoristico. Questa sua schiettezza lo ha portato a essere disinvitato piĂš volte dalle mostre. Ha sempre difeso le sue convinzioni, in particolare la difesa dei principi democraticiâ.
Nella sua rotonda accessibile al pubblico, la Schirn presenta lâiconico Gift Horse (2014) di Hans Haacke, che lâartista ha realizzato per Trafalgar Square a Londra nellâambito del Fourth Plinth, una delle piĂš prestigiose commissioni di arte pubblica al mondo. Come una sorta di âcontro-monumentoâ alla rappresentazione imperiale del potere da parte delle statue di questa piazza, la scultura in bronzo di Haacke, alta 4,5 metri, mostra uno scheletro di cavallo basato su uno studio tratto dal libro di George Stubbs The Anatomy of the Horse. Il ticker della Borsa di Francoforte è trasmesso in diretta tramite un display elettronico su un anello nella parte anteriore dellâosso della coscia dello scheletro. Gift Horse di Haacke può essere letto come un commento su una societĂ che per secoli è stata definita da antagonismi di classe e soggetta ai dettami dei mercati.
Il percorso espositivo inizia con importanti opere fisiche, biologiche ed ecologiche a partire dagli anni Sessanta. I primi progetti di Haacke sono stati influenzati dallâamicizia con Otto Piene e dal contatto con il gruppo ZERO di DĂźsseldorf. In questo periodo partecipò a numerose mostre pionieristiche sullâArte Cinetica, lâOp Art, lâArte Concettuale e la Land Art. Sebbene il lavoro di Haacke si sovrapponga a molti movimenti innovativi degli anni Sessanta, egli non sente di appartenere veramente a nessuno di essi. Non era interessato a materiali o stili specifici, ma alle connessioni fondamentali tra sistemi fisici, biologici e sociali. Tra le prime opere esposte allo Schirn figurano il dipinto Ce nâest pas la voie lactĂŠe (1960) e i rilievi di Haacke con lamine di specchio realizzati a partire dal 1961.
Questâultimo testimoniava giĂ un interesse per le interazioni con lo spettatore, che sarebbero diventate sempre piĂš importanti. Anche la prima opera fotografica di Haacke, Photographic Notes, documenta 2 (1959), ritrae il comportamento dei visitatori negli spazi espositivi. Altre opere, alcune delle quali di natura partecipativa, mostrano processi fisici, come Column with Two Immiscible Liquids (1965) o Large Water Level (1964-65). In mostra anche una serie in cui Haacke ha esplorato i vari stati fisici dellâacqua. Una delle opere simbolo dellâartista è il Large Condensation Cube (1963-67), un cubo di vetro acrilico che racchiude una piccola quantitĂ dâacqua. Haacke ha anche chiamato questi cubi âscatole meteorologicheâ e in seguito ha fatto analogie tra il clima meteorologico e quello politico.
Questo collegamento di sistemi diversi è caratteristico del metodo di Haacke. Il passaggio dallâoggetto (o scultura) al processo è evidente anche nella sua pratica artistica. Altri âallestimenti sperimentaliâ allâinterno del museo mostrano il ciclo dellâacqua (Circulation, 1969) attraverso lâevaporazione, la condensazione, la cristallizzazione, la liquefazione, altri movimenti dâaria (Blue Sail, 1964-65) o processi di crescita (Grass Grows, 1969).
Lâartista è tornato costantemente su questioni sistemiche ed ecologiche. La sua fotografia Monument to Beach Pollution (1970) è una delle prime opere dâarte ecologiche. Con il Trittico delle acque di scarico di Krefeld (1972) e lâImpianto di depurazione delle acque del Reno (1972), Haacke ha commentato in modo diretto e incisivo lâinquinamento del fiume Reno. Anche i suoi âsistemi in tempo realeâ sono una caratteristica distintiva della sua opera. Lâazione Chickens Hatching (1969) vede schiudersi pulcini in Lâazione Chickens Hatching (1969) vede schiudersi pulcini in tempo reale nello spazio espositivo, dimostrando i processi di nascita e crescita in una struttura scatolare minimalista. Ant Co-op (1969) documenta la regolaritĂ delle gallerie scavate dalle formiche come sistema biologico e sociale. Il ritratto dâartista documentario Hans Haacke: Self-Portrait of a German Artist in New York (1969) offre approfondimenti sui suoi metodi artistici e mostra anche molte delle prime opere processuali in azione.
Una delle aree di interesse della mostra è lâapproccio sociologico e politico che alla fine è diventato la sua firma. A partire dal 1969, Haacke ha iniziato ad analizzare e visualizzare i sistemi sociali al fine di suscitare dibattiti sociopolitici nel contesto artistico. Questa forma di arte concettuale è fondamentalmente una presa di coscienza delle condizioni sociali, economiche e istituzionali in cui lâarte viene prodotta, esposta, venduta e ricevuta. Nel 1971, Shapolsky et al. Manhattan Real Estate Holdings, a Real-Time Social System, as of May 1, 1971 ha scatenato uno scandalo politico-culturale e proteste artistiche contro la censura. Utilizzando fotografie, tabelle e planimetrie di 142 proprietĂ nel Lower East Side e nel quartiere di Harlem a Manhattan, Haacke ha esposto la dubbia concentrazione di proprietĂ immobiliari e le relative pratiche del gruppo Shapolsky.
Questâopera portò il direttore del Guggenheim Museum, Thomas Messer, a cancellare la mostra personale di Haacke poco prima della sua inaugurazione. Anche Manet-PROJEKT â74 (1974), presentato da Haacke per la mostra di anniversario del Wallraf Richartz Museum di Colonia, ha provocato un altro atto di censura istituzionale. Haacke propose di esporre il Grappolo di asparagi (1880) di Ădouard Manet, proveniente dalla collezione del museo, insieme ai risultati delle sue ricerche sulla provenienza dellâopera. I pannelli informativi contengono dettagliate informazioni personali, biografiche, professionali e finanziarie sui precedenti proprietari, nonchĂŠ informazioni sul loro coinvolgimento nel nazionalsocialismo. La Schirn presenta anche altre due opere che esaminano criticamente gli intrecci tra mecenatismo artistico e attivitĂ economica: Der Pralinenmeister (Il maestro del cioccolato) (1981), sulle connessioni tra le decisioni culturali e fiscali dellâinfluente collezionista e produttore di Colonia Peter Ludwig, e Buhrlesque (1985) sul collezionista dâarte, mecenate e produttore di armi svizzero Dr. Dietrich BĂźhrle.
La mostra presenta anche opere partecipative, come lâinstallazione MoMA Poll (1970) in cui Haacke ha posto ai visitatori del Museum of Modern Art di New York domande sulle loro convinzioni politiche. Durante la mostra alla Schirn sarĂ condotto anche un nuovo sondaggio tra i visitatori. In Photoelectric Viewer-Controlled Coordinate System (1968), i movimenti dei visitatori attraverso la stanza attivano proiettori a infrarossi e sensori fotoelettrici che attivano in modo diverso ventotto lampadine.
In numerose opere Haacke ha sostenuto i processi democratici, lâattivazione dellâopinione pubblica e un approccio antifascista pluralista. Alcuni dei suoi progetti riguardano la rappresentazione dei media: News (1969) trasporta il ticker di unâagenzia di stampa nello spazio espositivo; nello Schirn vengono trasmessi i servizi di alcuni media di Francoforte, come la Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Frankfurter Rundschau e Hessenschau.de. Photo Opportunity (After the Storm / Walker Evans) (1992) offre una prospettiva comparativa sul reportage fotografico. La Schirn presenta anche il lavoro di Haacke sulla critica del potere per Documenta 7. Lâinstallazione Oil Painting: Homage to Marcel Broodthaers (1982) consiste in un ritratto dellâallora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan realizzato dallo stesso Haacke, esposto di fronte a una fotografia di grande formato di una grande manifestazione di oppositori alla sua politica e allo spiegamento di armi nucleari. Anche lâimpegno di lunga data di Haacke nei confronti della politica della storia e del post-nazismo è presente nella mostra. Nel 1993 ha rappresentato il Padiglione tedesco alla Biennale di Venezia, per il quale ha ricevuto il Leone dâoro insieme a Nam June Paik.
Il suo sensazionale contributo GERMANIA presenta un campo di detriti di lastre di marmo allâinterno della sala, che era stata ristrutturata nel 1939 sotto il nazionalsocialismo. Haacke ha sviluppato lâopera di grandi dimensioni DER BEVĂLKERUNG (TO THE POPULATION) (2000) come installazione permanente per uno dei due cortili interni dellâedificio del Reichstag tedesco a Berlino. La decisione di affidare lâincarico ad Haacke è stata oggetto di intensi dibattiti pubblici nel Bundestag. Le lettere illuminate installate sul pavimento si riferiscono allâiscrizione âDEM DEUTSCHEN VOLKEâ (Al popolo tedesco) sul frontone dellâedificio del Reichstag. Ogni membro del Bundestag è stato invitato a contribuire con 50 chilogrammi di terra del proprio collegio elettorale; i semi inseriti nel terreno sono cresciuti in una varietĂ di vegetazione vivente, che oggi incornicia le lettere. Il progetto di poster di Haacke We (All) Are the People, creato per documenta 14 (2017) a Kassel e Atene e da allora esposto piĂš volte, può essere letto come una reazione allâaumento del sentimento anti-migranti degli ultimi decenni. Lâopera, basata su manifesti testuali, ripete lo slogan omonimo nelle dodici lingue diverse dei principali gruppi di migranti in ogni Paese.
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) Hans Haacke: Retrospective, exhibition view, Š Schirn Kunsthalle Frankfurt 2024, Photo: Norbert Miguletz (2) Hans Haacke: Retrospective, exhibition view, Š Schirn Kunsthalle Frankfurt 2024 (3) Hans Haacke, Large Condensation Cube, 1963â67, Acrylic glass, distilled water, 76.2 x 76.2 x 76.2 cm, MACBA Collection, MACBA Foundation, Gift of National Comitee and Board of Trustees Whitney Museum of American Art, Š Hans Haacke / VG Bild-Kunst, Bonn 2024, Photo: Hans Haacke (4) Hans Haacke, News, 1969, Teletype machine, paper, wire service, variable dimensions, Edition 2/3, Courtesy the artist and Paula Cooper Gallery, New York, Š Hans Haacke / VG Bild-Kunst, Bonn 2024, Photo: Ellen Wilson (5-6) Hans Haacke: Retrospective, exhibition view, Š Schirn Kunsthalle Frankfurt 2024, Photo: Norbert Miguletz
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FRAME cattura un fermo immagine del progetto online Spiral of Time del compositore e ricercatore olandese Edwin van der Heide, esplorazione della relazione tra suono, spazio e tempo, in questo caso riferito al paesaggio attorno al museo MACBA di Barcellona. I suoni del circondario, catturati per un minuto ogni ora nellâarco di tre anni sono organizzati in un archivio sonoro da fruire online con la possibilitĂ di diverse letture temporali che ne fanno emergere i diversi patterns.
Edwin van der Heide, Spiral of Time, 2024, MACBA, Barcellona
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VIDEO POST rilancia la documentazione della scultura Round About Four Dimensions di Julius von Bismark e Benjamin Maus, proiezione di una rotazione quadrimensionale, un âipercuboâ, un âquadruplo cuboâ o un âtesserattoâ, spesso citato nelle teorie matematiche e fisiche per illustrare concetti che vanno oltre le tre dimensioni spaziali.
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FRAME cattura Pluma di Giacomo Lepri, installazione sonora che rileva il tatto attraverso le piume e genera suoni attraverso una sintesi audio neurale.
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VIDEO POST rilancia What Does AI Thinks About Me?, video saggio relativo allâinstallazione realizzata da mots per indagare comportamento e pregiudizi dellâintelligenza artificiale mentre osserva gli esseri umani. Lâinstallazione è stata recentemente esposta al SĂłnar+D, piattaforma per la collaborazione, la sperimentazione e lâesplorazione delle ultime tendenze della cultura digitale, collegata al Sonar, uno dei festival piĂš popolari che ogni anno si svolge a Barcellona coinvolgendo vari luoghi della cittĂ .
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Dal 21 giugno al 10 agosto 2024, il Museolaboratorio dâArte Contemporanea di CittĂ SantâAngelo (Pe) presenta Alfredo Pirri. Luogo Pensiero Luce, progetto realizzato con il sostegno del PAC 2022-2023 â Piano per lâArte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale CreativitĂ Contemporanea del Ministero della Cultura. Lâopera site-specific realizzata dallâartista dal titolo âCompagni e Angeli â per CittĂ SantâAngeloâ sarĂ inaugurata al pubblico venerdĂŹ 21 giugno, alle ore 18, entrando a far parte della collezione del museo, e sarĂ visitabile da giovedĂŹ a sabato dalle 17 alle 21, e la domenica su appuntamento dalle 11 alle 14.
Il titolo dellâopera è preso in prestito da alcuni versi del brano musicale del gruppo Radiodervish, La rosa di Turi, dedicato alla prigionia di Antonio Gramsci a Turi, dove scrisse i celebri quaderni dal carcere. Compagni e Angeli â per CittĂ SantâAngelo fa parte di una serie di lavori che rimandano al tema della prigionia e del desiderio di fuga. Lâopera tridimensionale è concepita per essere visitata solo parzialmente dal visitatore e collocata allâinterno di una delle stanze del museo come un piccolo ambiente di forma parallelepipeda composto da pareti e superfici specchianti. Le pareti in metacrilato sono colorate dallâartista in fase di produzione e impastate con piume conciate di oche giĂ macellate per lâalimentazione. Con i riflessi di luce naturale proveniente dalle finestre il museo è pervaso da unâilluminazione del tutto nuova.
Compagni e Angeli â per CittĂ SantâAngelo nasce dallo stretto rapporto di Alfredo Pirri con una lunga storia di trasformazione del Museolaboratorio. Dapprima come Convento delle Clarisse, poi campo dâinternamento e manifattura tabacchi, nel 1996 si getta il primo seme per la realizzazione del Museolaboratorio con una mostra dal titolo Nuovo Luogo per LâArte in cui partecipa, tra gli artisti, Alfredo Pirri. Lâopera si ispira alle connessioni con il luogo, il paesaggio da cui si affaccia il museo e la sua storia, come sottolinea il direttore, Enzo De Leonibus: âE tutto entra da questo affaccio, come non pensare allora a questo rapporto con la natura, la luce ed il pensiero. Lâopera proposta nel progetto di Alfredo Pirri Compagni e Angeli â per CittĂ SantâAngelo ha questo tipo di invito e credo che sia una scelta anchâessa conseguente al senso di questo luogo.â
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) Alfredo Pirri, ÂŤCompagni e Angeli â per CittaĚ SantâAngeloÂť, particolare, 2024, courtesy Museolaboratorio, foto Giorgio Benni (2-3) Alfredo Pirri, ÂŤCompagni e Angeli â per CittaĚ SantâAngeloÂť, 2024, courtesy Museolaboratorio, foto Giorgio Benni.
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VIDEO POST cattura Heavenâs Gate del video artista Marco Brambilla, opera di psidechedelia digitale concepita come meditazione sulla âfabbrica dei sogniâ di Hollywood.
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FRAME cattura Stolen Fire, installazione di realtĂ aumentata di BirkĂĄs Mona. Il fuoco, privato della sua funzione, diventa decorazione in un fine gioco di scambio tra materia e rappresentazione.
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Al Museo nazionale di Matera presso lâEx Ospedale di San Rocco è in corso la mostra Cuba introspettiva. Esperienze performative di videoarte, ideata e curata da Giacomo Zaza e dellâartista Luis GĂłmez Armenteros.
Il progetto si muove tra contesti che sâintrecciano e sâincontrano: lo spazio pubblico e quello privato, la strada e lâintimitĂ , la sfera socio-culturale e i percorsi immaginari. Evidenzia lâandamento diversificato delle pratiche artistiche cubane, slegandole da qualsiasi etichettatura. Pone in risalto la produzione di nuovi significati mediante esperienze video performative.
Il percorso espositivo si articola attraverso le esperienze di videoarte di dodici artisti cubani, protagonisti della ricerca contemporanea dentro e fuori lâisola: Juan Carlos Alom, AnalĂa Amaya, MarĂa Magdalena Campos-Pons, Javier Castro, Susana Pilar Delahante Matienzo, Luis GĂłmez Armenteros, Tony Labat, Ernesto Leal, Glenda LeĂłn, Sandra Ramos, Grethell RasĂşa e LĂĄzaro Saavedra.
ÂŤLâampio sguardo rivolto alla ricerca artistica da Cuba, con particolare attenzione ai protagonisti di una sperimentazione visiva tra le piĂš interessanti dellâarea caraibica â sottolinea Annamaria Mauro, direttore del Museo nazionale di Matera â conferma lâapertura del Museo al mondo contemporaneo internazionale. Il complesso monumentale dellâEx Ospedale di San Rocco continua a essere un laboratorio di perlustrazione della creativitĂ odierna, capace di offrire immaginari condivisi ed esperienze provenienti da diversi ambiti culturaliÂť.
ÂŤNegli artisti in mostra â spiega il curatore Giacomo Zaza â prevale una visione riflessiva, intrisa di tratti ironici e paradossali, scabri e inquieti, come avviene in certa letteratura cubana, da Virgilio PiĂąera a Pedro Juan GutiĂŠrrez. Una visione accompagnata dallâinteriorizzazione e dal vaglio della storia (con le sue derive), nonchĂŠ uno scenario ricco di attitudini sincretistiche. La pratica video cubana porta con sĂŠ una marcata spinta performativa. Gli artisti scelti per Matera si muovono tra valori fondativi dellâesperienza (la solidarietĂ , la libertĂ dellâindividuo) e la ricerca di una dimensione poetica e di uno spazio sensibile, presso corteggiando il mondo magicoÂť.
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) Lazaro Saavedra, ÂŤEl sindrome de la sospechaÂť, 2004 (2) Sandra Ramos, ÂŤAquariumÂť, 2013 (3) Javier Castro, ÂŤEl beso de la patriaÂť, 2011 (4) Luis Gomez, ÂŤArmenteros Coartada Be thereÂť, 2012 (5) Juan Carlos, ÂŤAlom Habana SoloÂť, 2000
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Per il quinto anno consecutivo, il MEET Digital Culture Center di Milano riflette sugli scenari della creativitĂ digitale con professionisti e artisti di spicco internazionale. Lâobiettivo è quello di mettere in luce il potenziale delle sperimentazioni creative immersive come possibile driver di innovazione culturale, sociale, economica.
Come le realtĂ parallele create dal digitale possono convivere con le realtĂ in essere? Oltre le frontiere della RealtĂ Virtuale, proveremo ad immergerci in unâimmersivitĂ sempre piĂš diffusa e pervasiva, che crea commistioni sottili tra reale e virtuale: dallâAugmented Reality allâExtended Reality e Mixed Rality, incluse le potenzialitĂ creative dellâIntelligenza Artificiale.
LâAtlas aprirĂ una serie di riflessioni per inquadrare il tema da tutte le sue sfaccettature e condividere con esperti, professionisti e con il pubblico, opportunitĂ e futuri possibili.
La mappa disegnerĂ confini e frontiere delle esperienze immersive, i linguaggi e le correnti espressive che stanno disegnando nuovi modi per fare cultura, i luoghi e i protagonisti dellâimmersivitĂ , i format e le modalitĂ di coinvolgimento del pubblico con incontri eventi.
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FRAME cattura il lavoro di Iness Rychlik, artista polacca con base a Londra: Art in the Age of Puritanism.
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SHELTER ISLAND è la mostra che si snoda tra gli spazi della Marina Bastianello Gallery di Mestre e Venezia e quelli istituzionali di M9 â Museo delâ900 e del Distretto M9. Il progetto, che prevede la collaborazione intergenerazionale di due artisti â Fernando Garbellotto (Portogruaro, 1955) e Luca Pozzi (Milano, 1983), nasce dallâurgenza di viaggiare nello spazio e nel tempo dei linguaggi ibridando ricerca artistica e scientifica attraverso il format inedito della Meta-Conferenza in un periodo storico particolarmente sensibile ai temi della pace. La Mostra riconnette idealmente il pubblico ad un evento accaduto nel 1947 sullâomonima isola nei pressi di New York che vide riuniti tra i piĂš celebri e visionari fisici teorici dellâepoca â nomi del calibro di Richard Feynman, John Archibald Wheeler, Edward Teller, David Bohm, John von Neumann, Hans Bethe, J. Robert Oppenheimer e Freeman Dyson â per discutere i problemi fondamentali della meccanica quantistica agli albori dellâinvenzione della bomba atomica. Il Summit, ricordato dalla storia come il leggendario vertice di Shelter Island per lâappunto, fu il primo dopo la risoluzione della seconda guerra mondiale e diede il via a quellâatteggiamento di condivisione della conoscenza scientifica su cui poggiano ancora i delicati equilibri globali odierni.
In un presente post-pandemico caratterizzato da tensioni geopolitiche di carattere energetico, ideologico, economico e religioso, il progetto prende vita dalla rigenerazione di una rete relazionale incentrata sullâimportanza della collaborazione e del dialogo come modus operandi e condizione Sine Qua Non.
Attraverso le opere di Garbellotto e Pozzi si è chiamati a prendere parte attiva al Summit del â47 che, tele-trasportato nel 2024 e convertito nella forma e nella sostanza, diventa installazione cross-disciplinare a piĂš voci, tra cui spiccano quelle di Carlo Rovelli, Roger Penrose, Shoini Ghose, Raymond Laflamme, Katie Mack, Hildign Neilson, Savas Dimopoulos, Pedro Vieira e Neil Turok, che, con il loro contributo, ne ri-attualizzano i presupposti in chiave eco-sistemica.
Partendo da queste premesse la Meta-Conferenza avviene su una cometa digitale di 4 Km di diametro, allâinterno di una GAME ENGINE in Virtual Reality chiamata âRosetta Mission 2024â, opera di Luca Pozzi, la quale, accogliendo una PLAYLIST di PODCAST realizzata dal Perimeter Institute di Waterloo in Ontario, la ripropone simultaneamente non solo al pubblico in presenza al Museo del Novecento sotto forma di installazione visiva, ma anche sul Megaschermo digitale della Hybrid Tower di Mestre e sui monitor satellite del Distretto dellâM9, andando a costruire una rete delocalizzata di piattaforme di accesso ai contenuti prodotti per un pubblico piĂš vasto e non specialistico.
Rete che include, nelle sue maglie, le due sedi della Galleria Marina Bastianello dove troviamo invece rispettivamente a Venezia una grande installazione a parete di Fernando Garbellotto, ispirata alle teorie di Benoit Mandelbrot ed incentrata proprio sul concetto di Frattale âLa Rete come idea del mondoâ, mentre Luca Pozzi occupa la galleria di Mestre con un ambiente interattivo composto da dispositivi magnetici a parete, sculture ingegnerizzate con rivelatori di particelle dellâINFN e una postazione di RealtĂ Virtuale per accedere ai contenuti della âRosetta Mission 2024â da remoto.
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) Luca Pozzi, ÂŤRosetta MissionÂť, 2024, fermo immagine da VR Game Engine in 4K, 2024. Neil Turok / Sulla semplicitĂ della natura, estratto da Conversazioni sul perimetro (2) Fernando Garbellotto, ÂŤRete FrattaleÂť, 2024. (3) Luca Pozzi, ÂŤRosetta Mission 2024Âť , VR station, tappeto stampato da collage digitale, Oculus Quest, motore di gioco unity. Photo credits: lucapozzi & marinabastianellogallery (4) Fernando Garbellotto, ÂŤRete FrattaleÂť, 2024 (detail).
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FRAME cattura Light line di Jenny Holzer per il Guggenheim Museum di New York, installazione che trasforma lâedificio in una serie di scrolling texts dalle sue serie iconiche, come âTruismsâ e âInflammatory Essaysâ. Il lavoro monumentale è anticamera della retrospettiva che nel museo newyorkese presenta una retrospettiva di suoi lavori dagli anni â70 ad oggi.
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VIDEO POST rilancia Synchronic, installazione cinetica di Jin Lee, gioco di linee che si muovono sulla base di un piano preciso di velocitĂ e direzione per creare un âcaos armoniosoâ dove i modelli non si influenzano a vicenda.
(âŚ) La convergenza è solo unâillusione e ogni azione è solo lâevidenza dellâindividualitĂ .
La combinazione e lâintersezione di queste linee, che non sono causalmente collegate, risuonano e appaiono a seconda della prospettiva (del pubblico). E il significato inizia a nascere dagli eventi visivi collegati per caso
Jin Lee, 2024
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Arshake segnala la serie di incontri su arte e moda che si svolgerĂ dal 5 al 7 giugno presso il MACRO â Museo dâArte Contemporanea di Roma, a cura di Dobrila Denegri, con ospiti da tutto il mondo tra i piĂš importanti curatori, designer, artisti, accademici e ricercatori nel campo della moda sperimentale.
Si parte da Linda Loppa, una delle voci piĂš influenti nel campo della fashion education, si continua con Iris Ruisch e JosĂŠ Teunissen la cui attivitĂ curatoriale si è distinta attraverso lâunica biennale di moda sostenibile e inclusiva, appena inaugurata ad Arnheim. Si arriva a Yuima Nakazato, uno tra i piĂš innovativi fashion designers del momento; per finire con teorici e fashion curators di nuova generazione come Jeppe Ugelvig e Matteo Augello. Questi sono solo alcuni dei nomi di punta di questo palinsesto che riunisce alcune delle voci piĂš interessanti del momento.
Che cosâè la âmoda criticaâ? Come si possono definire le sperimentazioni e le interazioni che mettono assieme moda, arte e altre discipline creative? Spesso sono stati usati diversi aggettivi come moda critica, indisciplinata, anomala; termini come âmoda in senso espansoâ o âtransfashionalâ, che volevano indicare diverse relazioni concettuali e materiali che collegano la moda con diversi campi di ricerca e conoscenza.
Con questa inedita serie di conversazioni, incontri e conferenze che coinvolgono un eterogeneo gruppo di figure di spicco che, in qualitĂ di curatori, stilisti, artisti, ricercatori o accademici si sono occupati dei fenomeni di âcritical fashionâ, si vuole aprire un dibattito sul futuro della moda partendo da diverse prospettive. La prima è quella che coinvolge le istituzioni educative che stanno trasformando gli approcci didattici per poter formare i creativi in grado di trasformare lâindustria della moda e renderla piĂš inclusiva, sostenibile e soprattutto piĂš incentrata sulla figura del designer.
La seconda è quella che fornisce un approfondimento sulle esperienze curatoriali e artistiche basate sullâintersezione tra il sistema dellâarte e quello della moda.
E infine quella che si interroga sulle possibilitĂ di maggiore interazione tra il mondo accademico, il mondo dellâarte e lâindustria della moda per assicurare la maggiore visibilitĂ , articolazione critica e una piĂš ampia affermazione di pratiche creative che si relazionano con la moda e si definiscono âcritical fashionâ.
Attraverso il titolo Critical fashion: Come insegnarla? PerchĂŠ comprarla? questa serie di incontri mira ad affrontare controversie e paradossi legati a una pratica chiamata âmoda criticaâ e al suo rapporto con le logiche di produzione e del consumo della moda. Le pratiche sperimentali, orientate verso la ricerca producono contenuti, significati e indagano le modalitĂ alternative di concepire, creare e produrre moda. Eppure rimangono quasi sempre ai margini o al di fuori del sistema moda. A volte vengono esposti nei musei e nelle gallerie dâarte, a volte in altri ambiti âindipendentiâ, e principalmente allâinterno di contesti accademici ed educativi, ma non trovano quasi mai sostegno sistemico allâinterno del mondo dellâarte. Quelli indipendenti sono comunque precari e i contesti educativi stanno diventando sempre piĂš corporativi, quindi anche in quelle situazioni il sostegno è limitato.
Da dove si può partire per ripensare questi squilibri e dare piÚ enfasi alle pratiche sperimentali, concettuali e capaci di produrre contenuti critici che mirano a dare alla moda una maggiore rilevanza culturale oltre a quella commerciale?
Questi sono i punti di partenza per tre giorni di conversazioni, dibattiti e presentazioni, per la prima volta organizzati a Roma, in un contesto museale, con una numerosa partecipazione di speakers internazionali di alto livello.
(dal comunicato stampa)
immagine cover: âExcuse My Dust Extendedâ, 2017, Christina DĂśrfler in Zusammenarbeit mit Mirjam Papouschek. Š Mirjam Papouschek, 2019. Models: Luise BĂścker, Lola Fuchs, image via
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Tempo fa, il PAN â Palazzo delle Arti a Napoli, aveva annunciato la sua riapertura e indirizzo di programma con la sua struttura complementare nel Metaverso, il Metapan, e attraverso le progettualitĂ di quattro artisti che rappresentano le diverse direzioni progettuali della programmazione futura, Bianco-Valente, Aureia Harvey, Chiara Passa, Quayola. Le installazioni virtuali sono accompagnate ora da una serie di lezioni per un ciclo di Masterclass aperte al pubblico (online) in corso di svolgimento da aprile a luglio 2024 con sei lezioni indirizzate a giovani laureati di diversi atenei italiani e di diversa formazione e con la partecipazione di alcuni tra i piuĚ importanti docenti ed esperti di arte e new media di rilievo nazionale ed internazionale â Francesco Spampinato, Professore di Storia dellâarte contemporanea, UniversitĂ Alma Master Studiorum di Bologna; Andrea Pinotti, Professore di Estetica, UniversitĂ Statale di Milano; Ruggero Eugeni, Professore di Semiotica dei media, UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Elisabetta Modena, Ricercatrice in Storia dellâarte contemporanea, UniversitĂ di Pavia.
Dopo aver incontrato Vincenzo Trione e Maria Grazia Mattei il 30 aprile e Francesco Spampinato il 9 maggio, il 23 maggio, ad incontrare studenti e pubblico saranno gli artisti invitati ad inaugurare lo spazio virtuale con le loro installazioni e approcci creativi, Bianco-Valente, Aureia Harvey, Chiara Passa, Quayola.
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VIDEO POST rilancia Be My Guest! di Anna Pompermaier e Cenk GĂźzelis, un cena in mixed reality con AI, ospite e co-creatore del menĂš per rievocare antichi rituali nella vita di tutti i giorni, installazione al crocevia tra arte, architettura e ricerca.
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FRAME cattura Ball Track Venus Italica, opera di Wim Delvoye per rilanciare la mostra âThe Order of Thingsâ di cui è parte al MusĂŠe DâArt et DâHistoire, riflessione dellâartista sulla relazione con lâarte e con gli oggetti.
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VIDEO POST rilancia la documentazione di Forays into Clamor, installazione generativa di Yoshi Sodeoka curata dalla Generative Gallery nel 2021.
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Arshake è lieta di segnalare âThe 1st de-Machine Storytelling Contestâ di Enrico Bisenzi, lanciato il 19 marzo sul suo blog che, anche, ci piace rilanciare allâattenzione per interesse e originalitĂ de testi e del suo ideatore, fra i primi in Italia ad occuparsi di INCLUSIVE DESIGN e il primo ad aver teorizzato lâesigenza di uno strumento di helpdesk per lâaccessibilitĂ del digitale.
Si tratta di âuna proposta di scrittura per comunicare senza essere comprensibili dalle AI generative come Chat-GPT o Gemini. Un gesto provocatorio e irriverente che invita alla riflessione su unâevidente speculazione a senso unico che vede gli umani alimentare le âintelligenzeâ artificiali degradandosi culturalmente e senza ricevere molto in cambio, se non una sensazione di comoditĂ e piacere rispetto ad una serie di incombenze da realizzare; un rapporto, quindi, squisitamente âtossicoâ e che andrebbe necessariamente riequilibrato (da un punto di vista economico in primis).
Un esperimento portato a buon fine (EVVIVA!) che ha prodotto uno stile di scrittura, grazie ad un codice interpretativo molto semplice e ad una formattazione differenziata, per farsi capire da un interlocutore umano ma non da unâintelligenza artificiale. La messa in relazione concettuale della prima e della seconda riga, una punteggiatura che funziona grosso modo come se fosse un testo unico ma anche a righe alternate (meglio distinguere il racconto da marcatori di paragrafi veri e propri ove la punteggiatura non è distintiva e il codice interpretativo non è esplicitato per favorire lettura e interpretazione da parte di eventuali screen-reader), alcuni concetti volutamente contraddittori fra i due distinti racconti scritti vicini tra loro come nelle due ultime righe, sono altri accorgimenti volutamente realizzati per creare âallucinazioniâ algoritmiche.
Continua a leggere qui per saperne di piĂš e per partecipareâŚ
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In unâepoca di grande prosperitĂ per le civiltĂ occidentali, ma al tempo stesso di recente instabilitĂ , lâumanitĂ del futuro dovrĂ affrontare nuove problematiche legate al cambiamento climatico, al mutamento dellâhabitat, alla gestione delle risorse. Yuval Noah Harari, uno dei piĂš grandi intellettuali, filosofi e divulgatori contemporanei, nel suo saggio âHOMO DEUS. Breve storia del futuroâ ha preannunciato alcune delle sfide che daranno forma allâumanitĂ XXI secolo, dalla robotica alla biotecnologia, dalla ingegneria genetica allâIntelligenza Artificiale.
Cinque grandi mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media sono allestite in dialogo con chiese e palazzi storici della cittĂ di Parma, in un percorso diffuso sul territorio che ha come obiettivo quello di valorizzare il patrimonio storico-artistico della cittĂ e di proporre al pubblico inedite visioni e prospettive della creativitĂ contemporanea.
Promosso dalle associazioni culturali 360° Creativity Events ed Art Company, PARMA 360 Festival ha ricevuto il patrocinio e il contributo del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia-Romagna ed è sostenuto da unâampia rete di partner pubblici e privati.
Il piano nobile di Palazzo Pigorini, edificio settecentesco affrescato con scene mitologiche da Francesco Scaramuzza, ospita la mostra âSurvivalâ di Piero Gilardi (Torino 1942-2023), in omaggio al Maestro dellâArte Povera â recentemente scomparso â ecologista ante-litteram e tra gli autori italiani piĂš influenti del secondo dopoguerra a livello internazionale. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Canali, racconta il percorso di Gilardi a partire dal suo complesso rapporto con la Natura, soggetto del suo lavoro, e con la Tecnologia, che ne ha condizionato tecniche e modelli di fruizione. Dal 1965 Piero Gilardi inizia a realizzare i âTappeti-naturaâ con lâintento di stimolare nella societĂ futura la percezione sensoriale dellâambiente naturale, riproposto attraverso âdispositivi domesticiâ artificiali. Opere dâarte che rappresentano in modo realistico e meticoloso sezioni tridimensionali di suolo e paesaggio a grandezza naturale (piante di fico, palmeti, girasoli, cavoli, zucche, pescheâŚ), intagliate nel poliuretano espanso e dipinte con pigmenti sintetici, sino al limite dellâiperrealismo. Sono sculture dipinte che non vanno contemplate passivamente, bensĂŹ devono interagire sensorialmente con il corpo del fruitore, per accoglierlo ed essere toccate, udite, percorse, esperienziate.
Il concetto di âinterattivitĂ â attraversa tutta la mostra ed è accentuato in alcune opere piĂš recenti come âScoglio bretoneâ (2001), âPanthoswallâ (2003) e âLa Tempesta perfettaâ (2017) che rientrano nel percorso di ricerca che, a partire dagli anni Ottanta, porta lâartista a utilizzare la tecnologia per consentire allo spettatore di partecipare attivamente interagendo con lâoggetto artistico, al fine di mobilitare una risposta nei confronti della difesa dellâambiente e della sopravvivenza del Pianeta.
La mostra ci restituisce la figura di Piero Gilardi non solamente quale artista e ricercatore, ma anche nelle vesti di animatore culturale di un âattivismo militante creativoâ, a beneficio di una condivisione esperienziale che ha come obiettivo lâimpegno sociale e la lotta biopolitica. âIn retrospettiva, la precoce consapevolezza di Gilardi per le dinamiche interattive, ma contraddittorie, fra modernitĂ ed ecologia, come istanze preponderanti nelle trasformazioni culturali e quotidiane dellâumanitĂ , si è rivelata molto lungimiranteâ, ha affermato Hou Hanru in occasione della mostra al MAXXI di Roma.
La mostra riunisce una ventina di opere dellâartista, anche di grandi dimensioni, e si avvale di prestiti da parte della Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, della Galleria Giraldi di Livorno, della Galleria Enrico Astuni di Bologna e di collezionisti privati.
Al secondo piano di Palazzo Pigorini si sviluppa la prima sezione della mostra collettiva âLâopera dâarte nellâepoca dellâIntelligenza Artificialeâ, a cura di Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi e Davide Sarchioni, la prima mostra collettiva di artisti italiani sulla Intelligenza Artificiale. Il titolo del progetto âLâopera dâarte nellâepoca dellâIntelligenza Artificialeâ si ricollega al famoso saggio di Walter Benjamin Lâopera dâarte nellâepoca della sua riproducibilitĂ tecnica, pubblicato nel 1936, in cui il filosofo tedesco sosteneva come, allâinizio del XX secolo, lâinvenzione e lâutilizzo di nuove tecniche, quali il cinema e la fotografia, stesse radicalmente cambiando le modalitĂ di produzione e di ricezione artistica. Allo stesso modo, negli ultimi anni, lâIntelligenza Artificiale ha visto una rapida ascesa â Intelligenza Artificiale è stata designata parola dellâanno 2023 dal Collins Dictionary â, e oggi sempre piĂš artisti si sono confrontati e usano questa tecnologia per creare opere dâarte e progetti artistici collaborativi verso nuovi linguaggi estetici. In mostra: video, progetti immersivi, artwork digitali ma anche opere fisiche: dal mosaico allâinstallazione, dalla scultura alla fotografia â tutte opere frutto della creativitĂ artistica di un pool di 20 artisti che hanno incluso nella loro ricerca e produzione lâuso dellâAI.
La mostra intende indagare diverse modalitĂ di utilizzo dellâIA da parte di una ventina di artisti pionieri del digitale o AI artists di nuova generazione. Temi come la natura, la botanica, lâambiente, ma anche lâuomo, lâumanitĂ , le comunitĂ , le cittĂ , i monumenti, le macchine, i sogni, le mitologie sono plasmati e/o trasformati attraverso lâimpiego delle GAN, degli algoritmi e delle AI Generative, tra arte elettronica, glitch art, realtĂ aumentata, realtĂ virtuale e altre forme espressive dellâera digitale.
In mostra sono esposte le opere di: Antonio Barbieri, Domenico Barra, Davide Maria Coltro, Andrea Crespi, Giuliana CunĂŠaz, Debora Hirsch, Nick Landucci, Giuseppe Lo Schiavo, Manuel Macadamia, Vincenzo Marsiglia, Mauro Martino, Angelo Demitri Morandini, Max Papeschi con Michele Ronchetti, Chiara Passa, Giuseppe Ragazzini, Martin Romeo, Svccy.
Il progetto dedicato allâAI si completa con una seconda sezione espositiva, allestita presso il Torrione Visconteo, torre medievale sita in via dei Farnese, di fronte alla Pilotta, che presenta le video-installazioni site-specific ed immersive degli artisti Luca Pozzi, Kamilia Kard e Lino Strangis.
Durante lo svolgimento della mostra sarĂ presentato il libro-catalogo dedicato al progetto, edito da Jaca Book, che riunisce i saggi dei curatori Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi, Davide Sarchioni, un contributo inedito di Piero Gilardi e lâapparato critico e iconografico dedicato ai venti artisti in mostra. Lâesposizione avrĂ il suo twin digitale nel Metaverso su Spatial grazie alla collaborazione con Dario Buratti che ha realizzato un nuovo spazio con architetture futuristiche che accoglieranno le opere degli artisti nella loro versione digital.
Emanuele Giannelli, uno dei piĂš celebri scultori contemporanei, è il protagonista della mostra Humanoid, a cura di Camilla Mineo, alla Chiesa sconsacrata di San Ludovico con quaranta opere di grandi dimensioni e presente in cittĂ con lâiconica Mr. Arbitrium, opera monumentale di oltre 5 metri che sorregge la Chiesa di San Francesco del Prato, gioiello gotico della CittĂ di Parma, riaperta dopo 200 anni di storia travagliata, situata a pochi passi dal Duomo e Battistero. Al centro del lavoro dello scultore â diplomato allâAccademia di Carrara e da Roma approdato con il suo laboratorio a Pietrasanta, in Versilia â câè lâUomo, indagato nel suo essere contemporaneamente primitivo e futuristico, umano e non umano, in bilico fra uno stato primigenio (lâironica Monkey TribĂš) e un futuro incerto e globalizzato. In mostra è esposta una selezione di opere degli ultimi anni, realizzate prevalentemente in resina e ceramica: gruppi scultorei composti da singole figure o da gruppi di umani che dialogano strettamente fra loro, creando un universo dallâestetica futuristica impregnato di atmosfere filmiche e letterarie. Nei lavori di Giannelli i corpi sono modellati come fossero entitĂ ibride, dotate di protesi tecnologiche: occhiali da saldatore, binocoli e visori (Korf) proiettano lâUomo in un mondo virtuale che lo allontana dalla realtĂ , un universo in cui il progresso tecnologico, lâintelligenza artificiale, le nuove tecnologie hanno rivoluzionato e messo in crisi i piĂš fondanti concetti identitari.
Giannelli sembra proiettarci in scenari apocalittici e fantascientifici raccontandoci di unâumanitĂ alienata e omologata, dotata di numeri seriali sul petto: eserciti ieratici e silenziosi, come nellâopera Mr. Kirbiati, o come invece nei Sospesi, sculture in cui lâartista rappresenta lo sforzo fisico del corpo umano che cerca di opporsi alla forza di gravitĂ , figure fluttuanti in una dimensione sospesa, alla ricerca di un equilibrio.
Le opere di Giannelli sorprendono e incuriosiscono e spingono a una riflessione profonda sul momento storico che stiamo vivendo, sul rapporto dellâuomo con la tecnologia, sullâincapacitĂ che abbiamo di comunicare fra di noi in un mondo ultra connesso (Stati di allerta) e sul ruolo che lâessere umano avrĂ nel futuro del mondo, sulle scelte che compirĂ per sĂŠ stesso e, soprattutto, per il pianeta che lo ospita.
The Space Between presso il Laboratorio aperto del Complesso di San Paolo, vede esposti i lavori di quattro grandi illustratori contemporanei che da tempo hanno affermato il loro nome ed il loro lavoro in ambiti nazionali ed internazionali e che per la prima volta dialogano tra loro. La mostra, a cura di Federico Cano Correa di Galleria Caracol, espone i lavori piĂš recenti di Emiliano Ponzi, Bianca Bagnarelli, Antonio Pronostico e Manfredi Ciminale. In un mondo in cui è sempre piĂš difficile riconoscere la mano dellâumano rispetto ad unâAI, il ruolo dellâillustratore diventa quello di un narratore silenzioso, un artigiano del disegno che ci suggerisce di fermarci e di soffermarci per qualche secondo su di unâimmagine, scovarne il senso profondo e farla (in qualche modo) nostra.
Ponzi è uno degli autori italiani contemporanei piĂš affermati a livello internazionale e, lavorando in tecnica digitale, porta avanti uno stile concettuale assolutamente riconoscibile ed unico, dove la prospettiva, il punto di fuga e i colori donano ai soggetti che illustra un dinamismo ed un movimento quasi cinematografico. In mostra sono esposte illustrazioni editoriali realizzate per clienti come The New Yorker, Feltrinelli ed Einaudi, alcune tavole tratte dal libro commissionatogli dal MoMa di New York su Massimo Vignelli âThe Great New York Subway Mapâ.
Bianca Bagnarelli è uno dei grandi talenti emergenti dellâillustrazione e del fumetto italiano. Il suo è uno stile che risente molto dellâinfluenza del fumetto americano contemporaneo, complice una sua grande abilitĂ compositiva unita ad una sensibilitĂ artistica elevata, Bagnarelli è arrivata in poco tempo ad essere una delle firme piĂš richieste da riviste come The New York Times e The NewYorker per la quale ha recentemente realizzato la famigerata copertina âDeadlineâ. Antonio Pronostico, autore giĂ di tre libri per Coconino Press, è una delle matite piĂš interessanti ed originali degli ultimi anni. Anche lui divide il suo lavoro tra illustrazione e fumetto e utilizza la tecnica della matita e dellâacrilico, rimanendo fedele ad un approccio piĂš analogico. Infine nel lavoro di Manfredi Ciminale possiamo riconoscere influenze provenienti da diverse epoche storiche e da diversi stili, in mostra ci sarĂ la sua serie dedicata alle nuvole, che fa parte di un progetto personale che porta avanti da diverso tempo. Ciminale è un artista che pone la questione ambientale al primo posto, emblematica lâimmagine esposta che vede lâEmpire State Building di New York un istante prima di essere sommerso da unâonda gigante.
Lâottava edizione di PARMA 360 Festival si completa con una serie di talk, incontri e workshop con gli autori protagonisti delle mostre e alcuni relatori, critici dâarte, curatori, giornalisti, operatori culturali in dialogo con loro.
Come ogni anno, il Festival si allarga alla cittĂ intera attraverso un CIRCUITO OFF, organizzato grazie al contributo dellâAssessorato alla Rigenerazione Urbana e AttivitĂ economiche, per far rivivere in modo nuovo gli spazi della cittĂ , promuovere la cultura artistica presente nel territorio e coinvolgere attivamente tutta la cittadinanza attraverso un percorso ramificato nel centro storico di Parma. Allâappello sono chiamati una cinquantina di spazi creativi della cittĂ , tra negozi, ristoranti, librerie, studi dâartista ed esercizi vari. Questâanno il CIRCUITO OFF di Parma 360, sbarca in Galleria Polidoro e Galleria Bassa dei Magnani proponendo unâampia offerta culturale che ha lâobiettivo di rianimare, rivitalizzare e riqualificare lo spazio delle Gallerie attraverso il presidio della zona, il decoro, la cura e la realizzazione di attivitĂ artistiche e creative articolate in un ricco calendario di eventi in collaborazione con i commercianti e una rete di partner come il Gruppo Giovani Imprenditori di Ascom e Bia Garden Store.
PARMA 360 Festival della creativitĂ contemporanea, che vede la direzione artistica e la curatela di Chiara Canali, Camilla Mineo e di Silvano Orlandini come Direttore di produzione, è organizzato dalle associazioni 360° Creativity Events ed Art Company, con il contributo del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, e unâampia rete di partner pubblici e privati, tra cui Gruppo Zatti, BPER, Euplip, Studio Livatino, Athena â professionisti e consulenti associati, Fiere di Parma â Cibus 2024, ARA 1965 S.p.A, Termoblok, Colser, Ascom, Villani vini e liquori, Starhotels Du Parc.
(dal comunicato stampa)
FRAME cattura Softbox di Tiani Sun, serie in corso di opere murali bidimensionali che evocano motivi computazionali, interfacce di vendita al dettaglio e sistemi di archiviazione.
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VIDEO POST rilancia Singular Exposomes: Revealing the Invisible di Nicolas Michel, installazione generativa che ruota attorno allâexposome, concetto che misura i fattori non genetici che hanno un impatto sulla salute dellâuomo.
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La Fondazione Il Lazzaretto a Milano sostiene la ricerca artistica attraverso il Premio Lydia allâArte Contemporanea aperto ad artiste under 35, a cura di Claudia DâAlonzo. Giunto alla sua settima edizione, il premio prosegue la partnership culturale con PAC Padiglione dâArte Contemporanea di Milano, tra le piĂš autorevoli istituzioni pubbliche in Italia dedicate allâarte contemporanea, e con il suo curatore Diego Sileo. Il Premio Lydia 2024 si apre con una open call, le candidature possono essere inviate dal 23 aprile fino alla scadenza, fissata alle ore 12.00 del 24 maggio.
Lâesito sarĂ definito da una giuria di esperti formata da Silvia Costa, regista e performer, Francesco DâAbbraccio, editore e artista, Claudia DâAlonzo, docente e curatrice, Chiara Nuzzi, curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano, Diego Sileo, curatore PAC. Lâartista avrĂ a disposizione un grant complessivo di 5000 euro per sviluppare la sua ricerca che culminerĂ con una restituzione pubblica realizzata in collaborazione con PAC Padiglione dâArte Contemporanea di Milano nel corso del 2025.
La Fondazione Il Lazzaretto è impegnata dal 2014 nellâideazione di progetti culturali partecipati allâinsegna della sperimentazione tra arti visive, letteratura, fotografia, performing arts, e le loro rispettive contaminazioni. Ogni anno sono attivati progetti originali, firmati dal team creativo del Lazzaretto o da professionisti esterni coinvolti ad hoc e sviluppati in sinergia con la Fondazione attraverso residenze, laboratori e workshop. Il risultato dei singoli progetti viene presentato al pubblico ogni anno nel mese di novembre allâinterno del Il Festival della Peste!.
Il Premio Lydia allâarte contemporanea, attivo dal 2018 è parte di questa ricerca. Questâanno per la prima volta anche questo premio segue un filone tematico: Sensing Beyond Human. Come ogni edizione, con il contributo di Fondazione Lydia Silvestri, lâiniziativa è dedicata alla memoria dellâartista Lydia Silvestri, allieva di Marino Marini, scultrice che ha portato la sua ricerca ed esperienza anche di docente in tutto il mondo insegnando a Bath Academy of Art in Inghilterra negli anni 1953â54 e 1963â64, a New York, nel 1960, ad Hong Kong nel 1961, e allâAccademia di Brera a Milano dove si è formata, negli anni â80.
immagini: (cover 1) Fondazione Lydia Silvestri, archivio e spazi, ph Silvia Gottardi (2) Rachele Maistrello, ÂŤThe Silent WorldÂť, installazione sonora, Premio Lydia 2022, PAC Milano 2023, Ph Claudia Capelli, Courtesy PAC (3) Fondazione Lydia Silvestri, archivio e spazi, ph Silvia Gottardi
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Deadline: 9 giugno 2024
Quando: 28 ottobre â 3 novembre, 2024 (Contemporary Art Week)
Dove: Torino, Share Festival
Link website
LâAssociazione The Sharing annuncia la XVI edizione di Share Prize, il concorso dedicato allâarte contemporanea declinata alle tecnologie e alle scienze. Le opere candidate al premio dovranno seguire il tema: âALL-NATURALâ, curato dal direttore artistico di Share Festival Bruce Sterling e della curatrice Jasmina TeĹĄanoviÄ.
La Giuria Internazionale del concorso assegnerĂ un premio di euro 2.500,00* allâopera (edita o inedita) che meglio rappresenta la sperimentazione tra arti e nuove tecnologie.
I candidati al premio (short list di 6 concorrenti) saranno invitati a partecipare alla XVIII edizione di Share Festival. Le sei nomination dei candidati al premio saranno annunciate a Luglio 2024 sul sito web: www.toshareproject.it
Il vincitore sarĂ annunciato durante lâOpening di Share Festival in programma a Torino
dal 28 ottobre al 3 Novembre 2024, durante la Torino Contemporary Art Week.
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FRAME cattura un lavoro della serie âAuto Wingâ di Hanna Antonsson, collisione tra animali e veicoli motorizzati, tutti materiali trovati lungo le strade della sua nativa GĂśteborg. Le ali degli uccelli probabilmente uccisi dalle auto, riprendono i loro battito attraverso lâimpulso di un motore.
VIDEO POST rilancia Desert Songs di Love Hulten, composizione di biofeedback realizzata utilizzando Plantwave, piccolo dispositivo che traduce in MIDI i biodati provenienti da materiale organico.
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Dal 2 maggio al 2 giugno 2024 Torino ospita la prima edizione di EXPOSED Torino Foto Festival, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino. Rifacendosi a uno degli argomenti centrali nella tradizione fotografica italiana, per il 2024 il Festival è dedicato al tema New Landscapes â Nuovi Paesaggi, e propone una riflessione sullâevoluzione odierna del medium fotografico e delle principali sfide e innovazioni del mondo dellâimmagine, attraverso un cartellone di mostre temporanee, incontri, talk ed eventi nelle sedi delle principali istituzioni culturali torinesi.
âVogliamo concentrarci su un approccio innovativo e inclusivo per attrarre un pubblico eterogeneo, sia locale che internazionale, attraverso un programma diversificato che comprende diversi approcci alla fotografia: da quella classica a quella contemporanea, cross-media, installativa e performativa. La collaborazione e la collettivitĂ sono aspetti chiave â sostiene Menno Liauw â e sottolineano la natura multidisciplinare e caleidoscopica di EXPOSED. Visioni, approcci, idee e progetti diversi rendono il festival â e di conseguenza la cittĂ di Torino â un punto dâincontro inclusivo e aperto al mondo.â
âPresentiamo progetti che spesso sono il risultato di una ricerca a lungo termine sugli sviluppi sociali delle comunitĂ . Progetti che vanno oltre lâestetica, ma avviano dialoghi, sensibilizzano e ispirano cambiamenti sociali. Attraverso la lente di diversi artisti, ci proponiamo di mostrare lâimpatto che lâarte può avere sulla nostra percezione del mondo, dalle comunitĂ locali alle questioni globali.â â Sottolinea Salvatore Vitale.
Il programma della prima edizione di EXPOSED propone piĂš di 20 mostre temporanee, una committenza artistica, due giorni di talk, una piattaforma didattica, un salone di editoria indipendente, incontri, screening, letture portfolio e altri eventi, tutti realizzati grazie al coinvolgimento nella progettazione e produzione delle principali istituzioni torinesi, delle realtĂ indipendenti e di attori della scena artistica cittadina e internazionale.
Dal 2 maggio al 2 giugno il programma è composto da mostre prodotte da EXPOSED o nate dalla collaborazione con le realtĂ partner: CAMERA â Centro Italiano per la Fotografia; Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea; Cinema Massimo â Museo Nazionale del Cinema; Cripta747; Ex Galoppatoio della Cavallerizza Reale â Paratissima; Fondazione Merz; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Fondazione Torino Musei con GAM â Galleria Civica dâArte Moderna e Contemporanea, MAO Museo dâArte Orientale e Palazzo Madama â Museo Civico dâArte Antica; Gallerie dâItalia â Torino; Mucho Mas!; Museo Regionale di Scienze Naturali; OGR Torino; Palazzo Birago, sede della Camera di Commercio di Torino; Palazzo Carignano â Direzione regionale Musei Piemonte; Pista 500 di Pinacoteca Agnelli; Polo del â900; Villa della Regina â Direzione regionale Musei Piemonte; Witty Books.
Al Binario 2 delle OGR Torino viene ospitata A View from Above, la mostra collettiva co-prodotta da EXPOSED e OGR Torino che, adottando la prospettiva verticale come punto di osservazione principale del paesaggio, esplora il modo in cui il nostro sguardo su ciò che ci circonda è mediato dallâobiettivo fotografico e come questo rapporto sia cambiato negli ultimi decenni, influenzando di conseguenza il modo in cui controlliamo, progettiamo e modelliamo lâambiente in cui viviamo.
Al Polo del â900, invece, MĂłnica de Miranda, la vincitrice della prima edizione di EXPOSED Grant for Contemporary Photography 2023, sarĂ protagonista di una mostra inedita intitolata As if the world had no West. Lâesposizione riflette sulla modalitĂ di creazione di nuovi paesaggi, investigando ecologie nascoste, ma metafisicamente presenti, nel contesto geografico dellâAngola, al fine di decostruire la comprensione occidentale dei meccanismi di costruzione della memoria, della storia e della conoscenza del territorio.
A Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio di Torino, la mostra Tender Loving Care di Kalina Pulit â progetto in stretto dialogo con la proiezione del cortometraggio omonimo realizzato dallâautrice stessa, che verrĂ proiettato nelle sale del Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema â riflette sul concetto di appartenenza, sul dualismo tra sfera privata e pubblica, in unâepoca in cui questo confine è sempre piĂš sottile.
Al centro dei progetti ospitati da CAMERA â Centro Italiano per la Fotografia ci sono i nuovi trend della fotografia italiana e mondiale: il giovane artista sudcoreano Dongkyun Vak con la mostra Heatwave realizzata in collaborazione con Vontobel Art Collection, esplora la tensione tra uomo, natura e tecnologia nellâAntropocene; sempre negli spazi di via Delle Rosine, viene presentato un progetto in collaborazione con Chora Media e Lavazza include lavori inediti di Arianna Arcara, Antonio Ottomanelli e Roselena Ramistella sul paesaggio delle minoranze linguistiche in Italia.
Queer Icons, progetto del Fotogalleriet di Oslo, comprende una mostra allâEx Galoppatoio della Cavallerizza Reale â Paratissima, e un ampio public program che celebra, attraverso la rappresentazione delle storie di vita raccolte dal fotografo Fin Serck-Hanssen e dagli autori Bjørn Hatterud e Caroline Ugelstad ElnĂŚs, la storica cultura underground queer norvegese a 50 anni dalla depenalizzazione del reato di omosessualitĂ , il fascino della vita vissuta al di fuori della norma attraverso richieste democratiche, feste e attivismo.
Alle Gallerie dâItalia â Torino di Intesa Sanpaolo la designer e ricercatrice olandese Simone C. Niquille presenta Beauty and The Beep, un cortometraggio realizzato con strumenti innovativi e incentrato sulla co-esistenza tra persone, dati e processi tecnologici derivanti dalla visione computerizzata incorporata nei robot domestici. Ispirandosi agli oggetti quotidiani incantati della popolare fiaba La Bella e la Bestia, lâartista mette in scena una storia che ha come protagonista una sedia umanizzata e i tentativi che questa mette in atto â in maniera ironica e grottesca â nel tentativo di sedersi.
SCREENINGS include la proiezione al Cinema Massimo â Museo Nazionale del Cinema dei lavori di Kalina Pulit, Michele Sibiloni e del collettivo Wild Alchemy Lab. Tender Loving Care di Kalina Pulit è un film sulla connessione e sulle relazioni in senso letterale e metaforico; il mediometraggio Grasshopper Republic, di Michele Sibiloni e Daniel McCabe, esamina la relazione strana, bella e pericolosa tra uomo e natura; Wild Alchemy Lab presenta cortometraggi e opere dâarte in realtĂ aumentata provenienti dagli archivi della rivista del collettivo.
La fotografa e architetta americana Erin OâKeefe porta al Museo Regionale di Scienze Naturali il progetto Non fiction, che esplora la natura della percezione dello spazio fisico generata dagli strumenti ottici utilizzati per fare fotografia e lâinevitabile disallineamento formale generato dalla macchina fotografica che trasforma i volumi e lo spazio tridimensionale in immagini bidimensionali. Alle Cucine storiche di Palazzo Carignano, Lebohang Kganye presenta A Burden Consumed in SIps. Attraverso un video lâartista ripercorre la spedizione in Camerun della pittrice e fotografa tedesca Marie Pauline Thorbecke, realizzata tra il 1911 e il 1913, per conto della SocietĂ Coloniale Tedesca. A Palazzo Madama â Museo Civico dâArte Antica viene presentata State of Emergency â Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu, progetto documentaristico di finzione realizzato dal fotografo Max Pinckers in collaborazione con i veterani Mau Mau e i reduci della guerra keniota, nel tentativo di ricostruire e colmare i vuoti storici relativi al racconto ufficiale del periodo coloniale. La Villa della Regina ospita True Colors di Mathieu Asselin, progetto che mette in discussione la narrativa ecologica perpetrata dallâindustria contemporanea. Ispirato al caso Dieselgate del 2014, ovvero la vicenda relativa allâazienda automobilistica Volkswagen e le testimonianze di utilizzo di software tesi ad aggirare i test relativi allâinquinamento dellâaria su determinati modelli di auto, True Colors riconnette ambiente e industria in maniera sostenibile, riciclando scarti di produzione per realizzare le stampe delle immagini. Il programma di EXPOSED continua con le mostre realizzate in coproduzione e collaborazione con istituzioni e spazi indipendenti torinesi.
Prende vita nella cornice di EXPOSED Expanded, il grande progetto di rilettura in tre capitoli della Collezione fotografica della Fondazione per lâArte Moderna e Contemporanea CRT, che unirĂ in un unico percorso coerente tre prestigiose sedi istituzionali: Castello di Rivoli, GAM â Galleria Civica dâArte Moderna e Contemporanea e OGR Torino.
Expanded With al Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea, a cura di Marcella Beccaria, presenta opere nelle quali il medium fotografico è il punto di partenza per indagare diversi tipi di relazione con il paesaggio, con opere di pionieri della Land Art, dellâArte Povera e della Body Art.
In Expanded Without (2 maggio â 31 luglio 2024) ospitata nel Binario 1 delle OGR Torino, lâattenzione si focalizza invece su opere prodotte off-camera, ovvero nelle quali lâimmagine è generata senza ricorrere al mezzo fotografico tradizionale: le opere presentate sono installazioni, autentici campi esperienziali, allâinterno dei quali lâosservatore diventa parte del processo di costruzione dellâimmagine.
Infine, Expanded â I Paesaggi dellâArte alla GAM â Galleria Civica dâArte Moderna e Contemporanea di Torino, a cura di Elena Volpato, ripercorre la storia italiana della fotografia in relazione al tema del paesaggio: dalle prime documentazioni ottocentesche delle architetture e degli spazi fisici fino agli scatti odierni di Armin Linke.
Sempre al Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea, la mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo riunisce per la prima volta un importante corpus di fotografie dellâartista, tra cui molti inediti, restituendo uno straordinario racconto dal quale emerge la vitalitĂ artistica di Torino e del suo territorio.
Alla Fondazione Merz viene presentata la video installazione Chimera (2022) di Lena Kuzmich, artista non-binary che crea nuove visioni assemblando filmati diversi tra loro, ambientate in un mondo virtuale e ludico utilizzando vari software di editing. Esaminando lâecologia queer e la vita non binaria allâinterno della natura, lâartista si interroga sulle modalitĂ che definiscono lâessere umano come specie. Il lavoro si inserisce allâinterno della mostra Sacro è, in cui i linguaggi di una giovane generazione di artisti e artiste (Tiphaine Calmettes, Matilde Cassani, Giuseppe Di Liberto, Quáťłnh Lâm, Lena Kuzmich, Tommy Malekoff, Lorenzo Montinaro, GianMarco Porru) suggeriscono una riflessione sul concetto di âsacroâ rintracciato e approfondito nella sua dimensione quotidiana, ponendo lâaccento sulla meraviglia dellâesistere e sulla poesia che si cela nella vita di ogni giorno.
Durante la settimana inaugurale, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta tre contenuti: la performance Je Vous Aime, nellâambito della prima personale di Diana Anselmo, artista e performer sordo, progetto esito di una ricerca sviluppata in archivi fotografici e documentali nelle cittĂ di Torino e Parigi, proponendo un dialogo tra video e documenti fotografici. La collettiva When We Were Old. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo include una selezione di opere fotografiche di importanti artisti e artiste internazionali include nella prestigiosa raccolta della fondazione torinese: Anna Gaskell, Larry Johnson, Sherrie Levine, Tracey Moffat, Collier Schorr, Wolfgang Tillmans. Il nucleo di lavori condivide una riflessione sulla giovinezza come spazio di autonomia e di esperienza legittima, sfuggendo alla retorica dei âgiovaniâ proiettati solo nel futuro. What the Owl Knows di The Otolith Group è una videoinstallazione dedicata alla pittrice e scrittrice Lynette Yiadom-Boakye. Il 18 maggio, infine, inaugura a Guarene la mostra conclusiva della 18° edizione del Young Curators Residency Programme Torino.
Il MAO Museo dâArte Orientale ospita lo screening di due recenti film di Shahidul Alam, fotoreporter, scrittore e attivista del Bangladesh, nonchĂŠ curatore dimissionario della Biennale di Fotografia Contemporanea di Mannheim in Germania. Alam è anche protagonista di un incontro pubblico sul tema della censura in fotografia in programma per lâ11 maggio, appuntamento che lo vede discutere insieme allâartista e attivista senegalese Yasmine Eid-Sabbagh.
In occasione di EXPOSED, Pinacoteca Agnelli presenta âUntitledâ (1991), di Felix Gonzalez-Torres: unâimmagine iconica dellâartista cubano è affissa sul billboard della Pista 500, sul tetto del Lingotto, nucleo di partenza di un intervento urbano che si espande in cittĂ occupando sei cartelloni pubblicitari. Lâopera ritorna a Torino dopo essere stata esposta nel 2000 al Castello di Rivoli: un invito a riflettere su comâè cambiata la nostra percezione della cittĂ e su come i suoi spazi possono aprirsi alla condivisione di molteplici prospettive ed esperienze.
Le collaborazioni includono anche il ruolo attivo di numerosi spazi indipendenti (ad accesso gratuito). Cripta747 ospita lo screening Cosmic Radiation dellâartista Graeme Arnfield mentre Across the Ocean, nello spazio di Mucho Mas!, è lâinstallazione con cui lâartista vietnamita Hiáťn HoĂ ng ricorre al riso per affrontare il tema della politica tedesca sullâimmigrazione e sulla relativa discriminazione; Fabio Barile porta da Witty Books Works for a Cosmic Feeling una raccolta di opere fotografiche che impiegano gli strumenti della scienza e della filosofia per esplorare quello che Romain Rolland, in una lettera del 1927 a Sigmund Freud, ha chiamato âsentimento oceanicoâ, cioè la sensazione di essere un tuttâuno con lâuniverso.
Il calendario curato dalla direzione artistica include, inoltre, una serie di incontri, attivitĂ didattiche ed eventi partecipativi, oltre a simposi per i professionisti della fotografia contemporanea, un programma vivace e dinamico, pensato da EXPOSED per coinvolgere sia il pubblico di addetti ai lavori che quello degli appassionati, integrando vecchi e nuovi linguaggi.
Il 3 e 4 maggio dalle 10 alle 20 alla Cavallerizza Reale â Paratissima, alla Pinacoteca Albertina, alle Gallerie dâItalia â Torino e al Cinema Massimo â Museo Nazionale del Cinema, si svolge il talk program a cura della Direzione Artistica: due giorni di incontri che riflettono sulla fotografia e sul mondo dellâimmagine contemporanea. Partendo dal titolo di questa prima edizione di EXPOSED New Landscapes â Nuovi Paesaggi, le conversazioni approfondiranno in particolare quattro aree tematiche: Etica e politica della rappresentazione; Nuovi paesaggi: intelligenza artificiale, tecnologia e immagini; Diffusione e industria fotografica; Artist Talks: In Transition.
Protagonisti dei talk sono i curatori, gli artisti coinvolti nel Festival e figure di riferimento del mondo della fotografia, moderati da giornalisti, photoeditor e professionisti, sia a livello locale che internazionale, capaci di restituire da diverse prospettive il ruolo e lâimpatto sempre crescente della fotografia nel mondo. Inoltre, allâinterno dellâhub culturale della cittĂ di Torino Off Topic, Fotomuseum Winterthur presenta lâevento CHEATED BY AN IMAGE con musica dal vivo che esplora le modalitĂ in cui veniamo sedotti, affascinati e imbrogliati dalla fotografia digitale e online. Durante la serata, molteplici testimonianze personali sveleranno i diversi modi in cui veniamo ingannati dalle immagini: dalle foto di profilo delle app di dating ai fake di guerra in Ucraina, dalle seduzioni delle piattaforme di commercio online al doomscrolling infinito su TikTok. CHEATED BY AN IMAGE è parte del progetto di ricerca in corso [PERMANENT BETA] THE LURE OF THE IMAGE di Fotomuseum Winterthur, che è accessibile sulla piattaforma online www.permanentbeta.network e culminerĂ in una mostra collettiva nel 2025. Il 3 e il 4 maggio a CAMERA â Centro Italiano per la Fotografia viene ospitata EXPOSED PHOTOMATCH, in collaborazione con Fotofestiwal Lodz.
Il progetto propone due giorni di eventi di networking e presentazioni pubbliche per artisti che vengono selezionati attraverso open call comunicata sui canali EXPOSED, dando cosĂŹ nuova vita alla formula tradizionale delle revisioni di portfolio. Lâidea si basa su un modello democratico e inclusivo, gratuito, in cui esperti e artisti hanno lo stesso spazio per condividere e proporre le proprie esperienze, il proprio lavoro e motivazioni.
E ancora, grazie alla collaborazione tra EXPOSED e SPRINT, la prossima edizione dellâart book fair dedicata allâeditoria indipendente e ai libri dâartista si svolgerĂ allâinterno del Binario 3 delle OGR Torino dal 2 al 5 maggio 2024, accogliendo per lâoccasione una selezione di 20 publishers locali e internazionali, con alcune delle ricerche contemporanee piĂš allâavanguardia del settore.
Nellâambito di TORINO FUTURA, progetto coordinato dagli Assessorati alle Politiche Culturali e alle Politiche Educative e Giovanili che mette a sistema e potenzia le attivitĂ delle principali manifestazioni cittadine rivolte alle giovani generazioni, EXPOSED avvia una collaborazione con IED Torino nellâelaborazione di Pop-up Photo Studio, un progetto che invita il pubblico a diventare protagonista di unâazione collettiva per raccontare attraverso il mezzo fotografico i volti dei partecipanti alla prima edizione di EXPOSED. In occasione dellâinaugurazione, giovani studenti del Corso di Fotografia e delle scuole superiori accoglieranno chi vorrĂ farsi ritrarre in una sala di posa en plein air aperta a tutti, allestita presso una delle location del festival.
La collaborazione di EXPOSED con il Dipartimento Educativo di CAMERA â Centro Italiano per la Fotografia per il programma di formazione e produzione FUTURI PROSSIMI, curato da JEST per Fluxlab, prevede gli incontri one-to-one tra 6 curatori coinvolti in EXPOSED e i 12 artisti under 30 che partecipano al programma. A loro volta, questi giovani artisti si faranno tutor per la realizzazione di una sessione di laboratori insieme alle studentesse e studenti di una classe della scuola IIS Bodoni Paravia.
Durante i giorni di EXPOSED, inoltre, lâofferta fotografica presente in cittĂ sarĂ molto ampia e di altissimo livello. Si rinnova lâappuntamento con THE PHAIR (3-5 maggio 2024), fiera annuale dedicata alla fotografia giunta ormai alla sua quinta edizione, che questâanno avrĂ luogo nella Sala Fucine delle OGR Torino, coinvolgendo oltre 50 gallerie europee.
Il palinsesto dellâofferta culturale cittadina include inoltre mostre dedicate a grandi maestri della fotografia come Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, lâamore, la guerra, presso CAMERA â Centro Italiano per la Fotografia, e Luigi Ghirri. Rosso Ferrari al Museo dellâAutomobile, esposizione che ripercorre il lavoro dedicato allo storico marchio di automobili da uno dei principali autori italiani mai esistiti, argomento che sarĂ approfondito in un talk il 16 maggio.
Alle Gallerie dâItalia â Torino: Cristina Mittermeier. La grande saggezza, prima retrospettiva in Europa dedicata alla fotografa, biologa marina e attivista e Non ha lâetĂ . Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976 che espone un nucleo di fotografie dellâArchivio Publifoto Intesa Sanpaolo sui âfuori scenaâ del Festival, ripercorrendo gli anni in cui era ospitato al Casinò di Sanremo.
In occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, il MAO Museo dâArte Orientale presenta Tradu/izioni dâEurasia Reload, riallestimento della mostra che racconta, attraverso una rinnovata selezione di ceramiche, tessuti, metalli e manoscritti, lâaffascinante viaggio dellâarte, della cultura, delle tradizioni dallâestremo Oriente al Mediterraneo.
Lâesposizione LIBERTY. Torino Capitale a Palazzo Madama â Museo Civico dâArte Antica racconta attraverso un centinaio di opere il fondamentale ruolo di Torino nellâaffermarsi del Liberty.
Al PAV Parco Arte Vivente sarĂ possibile visitare Car Crash. Piero Gilardi e lâarte povera, che indaga la produzione di Piero Gilardi (Torino, 1942-2023) nel corso degli anni Sessanta.
Alla Pinacoteca Agnelli, oltre allâopera di FĂŠlix GonzĂĄlez-Torres, saranno installate due nuove opere sulla Pista 500 degli artisti Rirkrit Tiravanija e Finnegan Shannon. Negli spazi espositivi interni, oltre alla Collezione Permanente, proseguono le mostre Form Form SuperForm e Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato.
Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano e Unione Industriali Torino, in occasione di Torino Capitale della Cultura dâImpresa 2024, presentano Paesaggi industriali. Un viaggio nelle trasformazioni urbane di Torino, racconto per immagini di Mauro Vallinotto, che illustra la complessitĂ delle trasformazioni che, nellâultimo mezzo secolo, hanno interessato Torino e i maggiori comuni della cittĂ metropolitana.
Fondazione Mamre propone un racconto inedito sullâIran: IRAN. PAESAGGI UMANI E URBANI Fotografie è un progetto in collaborazione con Claudio Silighini, fotografo e fotoreporter impegnato su tematiche sociali e paesi con conflitti interni.
LâAssociazione Barriera presenta la mostra No Gatekeepers For My Heart di Franko B, artista radicato nelle istanze punk e queer sin dagli anni â90, la cui pratica abbraccia performance, fotografia, scultura, installazione e azione nello spazio pubblico.
Gli spazi espositivi di Ersel ospitano la mostra GUIDO IO â Itinerari fotografici di una collezione. Cento fotografie dalla raccolta di Guido Bertero, una tra le maggiori collezioni di fotografia italiana del dopoguerra.
La fotografia sarĂ protagonista anche negli spazi rinnovati di Flashback Habitat con tre mostre personali del progetto Insurrezioni. Fotografie di una protesta. Tre storie di attivismo, tra giornalismo e fotografia.
Lo spazio indipendente Quartz Studio ospiterĂ una mostra personale del fotografo tedesco Ingar Krauss che include dei lavori inediti sul tema del paesaggio italiano.
Paratissima presenta la terza edizione di Liquida Photofestival dal 2 al 5 maggio negli spazi della Cavallerizza, per analizzare lo stato dellâimmagine contemporanea.
JEST insieme ad ARTECO presentano Altra versione dello stesso paesaggio, un progetto realizzato da Arianna Arcara, ed esito di un periodo di residenza nel territorio della Val di Susa, con fulcro la Pinacoteca G.A. Levis, volto a ospitare fotografi e artisti con lâintento di attivare nuove narrazioni a partire dal corposo patrimonio di opere pittoriche del paesaggista Giuseppe Augusto Levis. In occasione di EXPOSED molte altre saranno le attivitĂ rivolte alla cittadinanza, con lo scopo di attivare una mobilitazione partecipata e trasversale: a partire dal premio per il migliore scatto sulle Luci che hanno illuminato i quartieri durante le feste natalizie (che verrĂ assegnato dal Sindaco nei giorni del festival), fino ad arrivare ad appuntamenti di avvicinamento alla seconda edizione. Lâelenco, in costante aggiornamento, è incluso nella comunicazione generale di EXPOSED.
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) RT-Bosch EDC17C46_M_Board, (2) Tabita Rezaire, ÂŤSatellite DevotionÂť, 2019. Installation view, arebyte Gallery, London. Image: Christopher MacHinnes. Courtesy the artist (3) Dan Graham, ÂŤAsilo per bambini / Childrenâs Day CareÂť, 1997 â 2000 Š Property of Fondazione per lâArte Moderna e Contemporanea CRT, loaned to Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea (4) Roselena Ramistella dalla serie ÂŤBreziÂť (2024 â in corso) Š lâartista, (5)Teresita FernĂ ndez, ÂŤCascata /WaterfalÂťl, 2000 Š Property of Fondazione per lâArte Moderna e Contemporanea CRT, in prestito al Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea (6) Remo Salvadori, ÂŤLâosservatore non lâoggetto osservato/ The observer not the object observedÂť, 1981-2003 Š ProprietĂ della Fondazione per lâArte Moderna e Contemporanea CRT, in prestito alla GAM â Galleria Civica dâArte Moderna e Contemporanea di Torino (7) Laura Cinti,ÂŤ AI in the SkyÂť, 2024 Š C-LAB (8) The Phantom Menace, Graeme Arnfield (9) 008_040_040_04, Blanc Glacier â RENAULT (10) Hiwa K, View from Above, 2017, Courtesy Kow, Berlin e lâartista (11) Felix Gonzalez-Torres, ÂŤUntitleÂť (1991) ŠEstate Felix Gonzalez-Torres, courtesy Felix Gonzalez-Torres Foundation (12) Arianna Arcara, dalla serie TĂŠ, Tèins, Ten, TĂŠn, Tens (2024 â in corso) Š lâartista
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VIDEO POST rilancia EMITTER. The Color Machine di Terracollage, film sperimentale di arte fluida creato con un sistema semiautomatico di gocce di vernice.
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FRAME cattura Microscopic Handbag dello studio MSCHF, una versione a forma di granello del modello di borsa OnTheGo tote di Louis Vuitton. La borsa misura 657 x 222 x 700 micrometri, quindi è piÚ piccola di un granello di sale marino.
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Il 17 aprile il MoCA di Shanghai, in collaborazione con Venice International University in Italia, presenta una grande mostra collettiva: âTRAVELLERS MIRROR CITIESâ, titolo che richiama le tematiche della 60° Biennale di Venezia âStranieri ovunqueâ. La mostra è visitabile fino al 18 maggio nelle sale espositive de La Venice International University, centro internazionale di formazione avanzata e ricerca, spazio dedicato agli scambi internazionali di saperi presso lâisola di San Servolo a Venezia.
La mostra, curata da Miriam Sun, direttrice esecutiva del MoCA di Shanghai, e da Giuliana Benassi, curatrice italiana, presenta alcune delle voci piĂš interessanti del panorama dellâarte contemporanea cinese e italiana, tra cui Qiu Anxiong, Josè Angelino, Shi Chengdong, Rä di Martino, Guo Fei, H.H. Lim, Matteo Nasini, Oliviero Rainaldi, Gabriele Silli, Fu Tong, Jin Wang, Yang Yongliang.
Le cittĂ , in quanto spazi geografici, sociali e culturali, racchiudono numerose stratificazioni di valori che non sono immediatamente visibili. âTRAVELLERS MIRROR CITIESâ si propone di costruire in modo ingegnoso un percorso artistico concettuale su âLa cittĂ del viaggiatore â unâimmagine spirituale speculare di sĂŠ e dello stranieroâ, tessendo una narrazione dinamica su due piani, uno evidente e lâaltro nascosto. Da un punto di vista formale, scegliendo di presentare in maniera non lineare opere dâarte di artisti cinesi e italiani che lavorano con diversi linguaggi artistici, la mostra invita âchi la percorreâ a continuare a porre domande alla cittĂ , ridestando la loro attenzione attraverso i singoli elementi del percorso espositivo e guidandoli a cercare il riflesso di se stessi nello specchio delle varie soluzioni fornite dalla cittĂ . Lo scopo della mostra, quindi, non è solo quello di far trovare ai viaggiatori le risposte agli enigmi visivi della cittĂ , ma anche di delineare la loro capacitĂ di autorispecchiamento e di incoraggiare una piĂš profonda contemplazione delle relazioni interpersonali. Lâintera mostra vuole restituire quella ârete simbioticaâ dellâoggi, tessuta dagli artisti contemporanei che, seppur provenienti da Cina e Italia, sembrano uniti da un unico filo: quello dellâessere umano al cospetto del mondo.
I differenti e multidisciplinari linguaggi degli artisti in mostra testimoniano, tra lâaltro, le nuove scoperte della scienza e della tecnologia nellâera dei contenuti generati Intelligenza Artificiale (IA), i nuovi concetti di sostenibilitĂ le strutture filosofiche alla base delle pratiche di installazione e lâestetica tradizionale orientale. Attraverso molteplici mezzi di comunicazione e narrazioni uniche, la mostra cerca di collegare la Cina con il mondo, la tradizione con la contemporaneitĂ , rimodellando lo sfondo mutevole della storia, riempiendo lâultimo frammento dellâimmagine intellettuale della cittĂ e cercando la chiave per collegare le relazioni umane in base alle loro identitĂ .
Lâanno 2024 ha un significato particolare per la Cina e lâItalia, in quanto segna il 700° anniversario della scomparsa di Marco Polo. Con la mostra âTRAVELLERS MIRROR CITIESâ, lâintento del MoCA di Shanghai non è solo di riecheggiare lo spirito del tema della 60a Biennale di Venezia âStranieri ovunqueâ, ma anche di introdurre una nuova prospettiva per approfondire la comprensione reciproca dellâarte, della cultura e dellâestetica tra i popoli di Cina e Italia, promuovendo ulteriormente lâamicizia e la conoscenza tra le due nazioni. La mostra allâUniversitĂ Internazionale di Venezia è il debutto del progetto espositivo itinerante âTRAVELLERS MIRROR CITIESâ, che nel prossimo futuro si sposterĂ a New York, negli Stati Uniti.
(dal comunicato stampa)
immagini: (1) Fu Tong, ÂŤFlowing BodiesÂť, 2023. Audio-Video Installation (2) Guo Fei, ÂŤendlessREDDALÂť (3) Josè Angelino, ÂŤMosquitosÂť, 2017, Campi elettromagnetici, micro magneti, bicchieri, frequenze di risonanza di Schumann, riproduttore/amplificatore audio, dimensioni variabili, Courtesy lâArtista e Galleria Alessandra Bonomo Roma, ph Adriano Mura
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Il Museo nazionale di Matera, presso lâEx Ospedale di San Rocco, ospita la mostra Cuba introspettiva. Esperienze performative di videoarte, ideata e curata da Giacomo Zaza.
Il progetto si muove tra contesti che sâintrecciano e sâincontrano: lo spazio pubblico e quello privato, la strada e lâintimitĂ , la sfera socio-culturale e i percorsi immaginari. Evidenzia lâandamento diversificato delle pratiche artistiche cubane, slegandole da qualsiasi etichettatura. Pone in risalto la produzione di nuovi significati mediante esperienze video performative.
Il percorso espositivo si articola attraverso le esperienze di videoarte di dodici artisti cubani, protagonisti della ricerca contemporanea dentro e fuori lâisola: Juan Carlos Alom, AnalĂa Amaya, MarĂa Magdalena Campos-Pons, Javier Castro, Susana Pilar Delahante Matienzo, Luis GĂłmez Armenteros, Tony Labat, Ernesto Leal, Glenda LeĂłn, Sandra Ramos, Grethell RasĂşa e LĂĄzaro Saavedra.
ÂŤLâampio sguardo rivolto alla ricerca artistica da Cuba, con particolare attenzione ai protagonisti di una sperimentazione visiva tra le piĂš interessanti dellâarea caraibica â sottolinea Annamaria Mauro, direttore del Museo nazionale di Matera â conferma lâapertura del Museo al mondo contemporaneo internazionale. Il complesso monumentale dellâEx Ospedale di San Rocco continua a essere un laboratorio di perlustrazione della creativitĂ odierna, capace di offrire immaginari condivisi ed esperienze provenienti da diversi ambiti culturaliÂť.
ÂŤNegli artisti in mostra â spiega il curatore Giacomo Zaza â prevale una visione riflessiva, intrisa di tratti ironici e paradossali, scabri e inquieti, come avviene in certa letteratura cubana, da Virgilio PiĂąera a Pedro Juan GutiĂŠrrez. Una visione accompagnata dallâinteriorizzazione e dal vaglio della storia (con le sue derive), nonchĂŠ uno scenario ricco di attitudini sincretistiche. La pratica video cubana porta con sĂŠ una marcata spinta performativa. Gli artisti scelti per Matera si muovono tra valori fondativi dellâesperienza (la solidarietĂ , la libertĂ dellâindividuo) e la ricerca di una dimensione poetica e di uno spazio sensibile, presso corteggiando il mondo magicoÂť.
(dal comunicato stampa)
immagini: (cover 1) Sandra Ramos, ÂŤAquariumÂť, 2013 (2) Lazaro Saavedra, ÂŤEl sindrome de la sospechaÂť, 2004 (3) Juan Carlos Alom, ÂŤHabana SoloÂť, 2000 (4) Analia Amaya, ÂŤConciertoÂť, 2006 (5) Javier Castro, ÂŤEl beso de la patriaÂť, 2011
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FRAME cattura Solastalgia di Bea Fremderman, immagine del mondo in cui tutto è perduto, gli abiti appesi ad asciugare destinati a scomparire sotto i germogli di chia.
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VIDEO POST rilancia la documentazione di una performance di Ellen Fullman con il suo Long String Instrument dove decine di corde metalliche altamente tese, lunghe fino a trenta metri, vengono sfiorate con dita rivestite di colofonia per produrre un coro di toni minimi, simili a quelli di un organo.
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Nelle giornate del 10 e dellâ11 aprile la Rhode Island School of Design (RISD) ospita una conferenza di eccezionale importanza: âDebates in AIâ, simposio che approfondisce le molteplici dimensioni dellâintelligenza artificiale (AI) e il suo profondo impatto sulle discipline creative. Questo evento di due giorni svelerĂ le intricate intersezioni tra arte, design, tecnologia e cultura.
La programmazione prenderĂ il via lâ11 aprile presso la Fleet Library dalle 17.45 alle 19.30 con una conversazione serale tra Kate Crawford (ricercatrice, compositrice, produttrice, accademica e autrice di Atlas of AI) e Ben Davis (critico dâarte nazionale, ArtNet News).
Il 12 aprile, presso il Metcalf Auditorium del Chace Center del RISD, si terrĂ un simposio della durata di unâintera giornata, con discussioni dalle 9.00 alle 18.00. Tra i partecipanti figurano personalitĂ di spicco come Taeyoon Choi (fondatrice della School for Poetic Computation), Molly Crabapple (artista), Stephanie Dinkins (artista, educatrice), Cory Doctorow (autore di Chokepoint Capitalism e The Internet Con), Elisa Giardina Papa (artista), Brian Merchant (editorialista tecnologico e autore di Blood in the Machine), Trevor Paglen (artista), Christiane Paul (curatrice di arte digitale, Whitney Museum of American Art), Jon Rafman (artista), Dorothy R. Santos (scrittrice, artista, educatrice), Eric Telfort (direttore del dipartimento di Illustrazione del RISD) e Clement Valla (professore associato di Experimental & Foundation Studies, coordinatore della facoltĂ di Computazione, Tecnologia e Cultura).
âQuesto evento è incentrato sul porre domandeâ, osserva il membro della facoltĂ Marisa Mazria Katz, produttrice esecutiva del simposio. âQuali sono le questioni etiche in gioco nellâaddestramento e nellâuso dei modelli di IA? Come potremmo reimmaginare il copyright e riaffermare il potere collettivo del lavoro creativo? E cosa sono un artista e una formazione artistica nellâera dellâIA?â. Il professor Daniel Lefcourt, co-curatore dellâevento, aggiunge: âData la rapiditĂ dei recenti sviluppi dellâIA e il profondo impatto che può avere sullâistruzione â e sulla societĂ nel suo complesso â questo è un momento critico per tenere queste conversazioni. Siamo lieti di convocare questi importanti dialoghi al RISDâ.
âMentre le istituzioni e gli esperti di una moltitudine di discipline continuano a indagare sullâintelligenza artificiale, sono lieto che il RISD si stia impegnando in modo cosĂŹ diretto e attivo in questioni che daranno forma agli anni a venireâ, osserva il Rettore del RISD Touba Ghadessi. âDallâesame del significato della paternitĂ umana, sia dal punto di vista creativo che legale, alla dimostrazione della necessitĂ e dellâuso attuale dellâintelligenza artificiale come strumento di progettazione, so che le conversazioni organizzate e guidate dai nostri lungimiranti docenti avranno un impatto duraturo al RISD e oltreâ.
Il pubblico è invitato a partecipare a questo evento intellettualmente stimolante che riunisce visionari, leader di pensiero e professionisti allâavanguardia nel dialogo tra AI e discipline creative.
Il sostegno a âDebates in AIâ è fornito dalle divisioni di Architettura e Design, Belle Arti, Studi Sperimentali e Fondazioni e Arti Liberali, oltre che dal Centro per la ComplessitĂ , dalla Biblioteca Fleet del RISD, dal Centro per le Arti e il Linguaggio e dal Fondo RISD 2050. Il simposio è prodotto dal membro di facoltĂ Marisa Mazria Katz e co-curato dal professor Daniel Lefcourt, Katz e dal membro di facoltĂ Marco Roso (cofondatore di DIS.ART).
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FRAME cattura Sino-french Science Park Church realizzata da Shanghai Dachuan Architects a Chengdu, progetto che rompe tutte le convenzioni di materiali, strutture e modalitĂ di costruzione e poggia letteralmente sullâintreccio del telaio in acciaio bianco con luci e ombre naturali. La chiesa ed il parco scientifico, tecnologico, agricolo sorge a suggello delle relazioni diplomatiche tra Francia e Cina.
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VIDEO POST rilancia la documentazione di Fields, progetto di Tobias Gremmler realizzato nellâambito della Biennale di Danza (Venezia) diretta da Wayne McGregor, dove danzatori virtuali sono proiettati su schermi di garza, per muoversi in un danza eterea dettata dalle forze di gravitaĚ, la meccanica celeste e le turbolenze dellâaria in una dinamica che ricorda il sistema muscolare di uno studio anatomico.
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MUSAE, un progetto volto a definire un modello innovativo per lâintegrazione della collaborazione artistica nei Digital Innovation Hubs europei attraverso una metodologia Design Futures Art-driven (DFA), annuncia una mostra di due giorni âFuture Foodscapesâ che si terrĂ il 9-10 aprile presso lâedificio storico dellâUniversitĂ di Barcellona per presentare opere dâarte basate sugli scenari futuri sul tema del âcibo come medicinaâ sviluppati dagli artisti del progetto MUSAE.
Le opere dâarte sono nate dal progetto MUSAE, sostenuto da Horizon Europe attraverso S+T+ARTS e portato avanti da una rete di universitĂ , centri di ricerca tecnologica e aziende tecnologiche con lâobiettivo di definire un modello innovativo di Design Futures Art-driven (DFA) per integrare la collaborazione artistica negli European Digital Innovation Hubs (E-DIHs). Lâobiettivo di MUSAE è quello di sperimentare un nuovo modello di collaborazione, chiamato MUSAE Factory, basato sullâinnovazione guidata dallâarte e sui futuri del design per guidare le imprese tecnologiche nellâimmaginare nuove soluzioni per migliorare la sostenibilitĂ della catena del valore alimentare a diversi livelli.
La mostra prenderĂ il via martedĂŹ 9 aprile alle 18.00 nella splendida sala dellâedificio storico dellâUniversitĂ di Barcellona. Ogni artista presenterĂ il proprio lavoro, offrendo approfondimenti sui propri processi creativi e sulle proprie ispirazioni. SeguirĂ un cocktail per favorire il networking e la discussione tra i partecipanti.
Il 14 marzo MUSAE ha lanciato il secondo bando aperto per la selezione di undici teams, composti da un artista e una PMI, che parteciperanno a un programma di residenza della durata di dieci mesi e creeranno concetti e prototipi orientati al futuro di TRL 5. Almeno un team (artista e PMI) sarĂ selezionato in modo specifico da uno dei Paesi in via di sviluppo.
I candidati dovranno scegliere uno dei dodici scenari futuri creati nellâambito del primo programma di residenza MUSAE S+T+ARTS. Gli scenari futuri fungono da contesto di esplorazione per i team che desiderano lavorare e sviluppare concetti e prototipi. Gli scenari futuri coprono unâampia gamma di argomenti nellâarea del âcibo come medicinaâ. Tutti gli scenari possono essere esplorati in modo piĂš dettagliato sul sito web di MUSAE. I team di artisti e PMI devono candidarsi con una proposta che descriva lâopportunitĂ dello scenario indicato nel brief, su cui vorrebbero lavorare e sviluppare durante il programma di residenza adottando il metodo Design Futures Art-driven.
La residenza durerà dieci mesi in modalità ibrida, con viaggi programmati nelle sedi dei diversi partner in Europa. Nella prima fase i team lavoreranno alla generazione di concetti e nella seconda alla costruzione di prototipi. I team saranno supportati dalle competenze del consorzio in materia di arte e design (Politecnico di Milano, Gluon, Università di Barcellona), nutrizione (University College di Dublino) e tecnologie di robotica, IA e wearables (Ab.Acus, PAL Robotics, Università di Barcellona, Università di Manchester, Università di Belgrado). Al termine del programma di residenza, sarà organizzata una mostra pubblica a Bruxelles, in Belgio, per esporre i prototipi sviluppati a un vasto pubblico. Ogni team può richiedere un contributo di 80.000 euro, che deve includere tutti i costi correlati.
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FRAME cattura Borrando la Frontera, âscultura socialeâ di Ana Teresa FernĂĄndez che in un mattino di giugno del 2011, complici una grande scala e una pistola a spruzzo, ha âcancellatoâ le barre della frontiera tra Messico e USA con un pallido blu polvere.
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VIDEO POST rilancia What is for Sure, installazione luminosa che esplora il rapporto tra spazio e tempo manipolando il ritmo apparentemente naturale e cronologico della luce.
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âCerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di lĂ di essaâŚLe mappe astrali rispondevano allâesigenza di un rapporto con lâinfinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananza⌠Sono un invito al viaggio.â
Maria Lai
Il MUSMA â Museo della Scultura Contemporanea di Matera continua ad ampliare la propria collezione accogliendo nuove donazioni. Durante il 2024 il museo presenterĂ a rotazione opere giĂ in collezione facendole dialogare con nuove opere , sia permanenti che temporanee, progettate appositamente per gli spazi del museo. Lâallestimento vuole rendere piĂš leggibile il linguaggio della scultura contemporanea ed evidenziare i legami e le relazioni tra gli artisti. Grazie alla proficua relazione con lâIstituto di Conservazione e Restauro sede di Matera che contribuisce alla conservazione e il restauro di molte opere della collezione, attraverso alcuni casi studio ha aperto nuove possibilitĂ di dibattito nellâambito del restauro del contemporaneo.
Il primo appuntamento è stato il 16 marzo con âCartogrammaâ, la nuova installazione permanente di Crisa in dialogo con le tre opere dellâartista sarda Maria Lai, giĂ presenti nella collezione del Museo.
Le opere sono: Cuore mio 2002, La torre, 1971-2002 e Sa domu de su dolu, 2002. La torre attesta la grande capacitĂ di Maria di ricreare la realtĂ ; di riscrivere la memoria di un oggetto offrendo ad esso unâaltra dimensione. Lâopera è costituita dallâassemblaggio di due gruppi di infissi lignei sovrapposti, dipinti di bianco e nero, trame, nodi di spago dipinto. Tale descrizione evidenzia che la parte inferiore dellâopera, la parte bianca, è in realtĂ il Telaio campestre del 1971 che Maria ripensa e riutilizza, per realizzare lâopera che commemora lâattentato terroristico del 11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e che data al 2002. Cuore mio e Sa domu de su dolu, ci raccontano unâaltra Maria, colei che trasforma in opere le parole scritte nei racconti di Cambosu, suo professore, il quale insegna a Maria il ritmo e il respiro delle parole mute. I fili, i pani, le tre opere della piccola capretta ansiosa di precipizi entreranno in dialogo, con lâopera del cagliaritano muralista Crisa che, nel 2019, in occasione del centenario della nascita dellâartista, su commissione dei familiari, ha realizzato sulla facciata dello studio di Maria a Cadeddu un intervento grafico.
Nella sala del MUSMA nasceranno nuove âGEOGRAFIEâ proprio come faceva Maria che diceva riguardo le stesse: Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di lĂ di essaâŚLe mappe astrali rispondevano allâesigenza di un rapporto con lâinfinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananzaâŚSono un invito al viaggio.â
Lâopera che Crisa (nome dâarte di Federico Carta) realizzerĂ per il MUSMA, CARTOGRAMMA, questo il suo titolo, sarĂ un invito ad andare oltre: âUna geografia immaginaria composta da sezioni o frammenti di mondo che racconteranno un territorio con il suo paesaggio e il suo cambiamento urbanistico e lo spopolamento.
La sua chiave di lettura accompagna Matera a specchiarsi in questa visione. Al dipinto si sovrapporranno degli inserti scultorei in ceramica, dipinti e incisi; veri e propri focus sulla memoria dellâumanitĂ . Un reperto di memorie che sono venute a definirci, tali concetti sono I flussi migratori, i cambiamenti, gli assestamenti e lo spostamento.â Nelle porzioni della sua geografia, i Sassi, fermi e stabili, sono i guardiani del tempo storico di questo scenario, le canne al vento simbolo di libertĂ che crescono spontanee nelle zone di periferia. l fili connettono gli esseri umani al paesaggio. Crisa come un sismografo capta con sensibilitĂ il terreno e cerca di tracciare il mondo.
Maria Lai (1919-2013), personalitĂ di spicco della scena artistica contemporanea, continua a far parlare di lei con mostre e approfondimenti che arrivano cospicui soprattutto post mortem. Non câè dubbio che la vasta ricchezza di suggestioni poetiche della sua opera (scultura, pittura, disegno, chine, acquerelli, collages, telai, libri cuciti, interventi ambientali, azioni teatrali), sempre audaci ed attuali, inciti lâartista di oggi alla consapevolezza profonda del suo ruolo attivo nella produzione culturale, sia come intellettuale sia come artefice.
(dal comunicato stampa)
Cartogramma. Crisa dialoga con Maria Lai, MUSMA, Matera 16.03 â 31.04.2024
immagini: (cover 1) Cartogramma, MUSA, Matera, panoramica dâinstallazione (2) Maria Lai, ÂŤLa TorreÂť, 1971 â 2002 â telaio, cm 271 x 183 (3-4) Crisa, Cartogramma, dettaglio, ph. Luca Centola (5) Maria Lai, ÂŤSa domo de su doloÂť, 2002, terracotta, cm 35 x 40 x 40 Donazione Maria Lai, Cardedu, NU
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(S)HE DEVIL, la tredicesima edizione della rassegna SHE DEVIL, inaugura allo Studio Stefania Miscetti domani, 19 marzo, e prosegue fino al 24 maggio 2024. Lâiniziativa propone in via eccezionale una selezione di opere prodotte esclusivamente da video-artisti e accomunate dalla capacitĂ di fornire spunti di riflessione e suggestioni sul patriarcato, inteso come sistema relazionale di potere e dominazione.
Il discorso polifonico sviluppato da Stefania Miscetti e dal collettivo curatoriale nasce nella seconda metĂ del 2022, quando la discussione sul patriarcato non era ancora cosĂŹ ricorrente nel dibattito pubblico in Italia. Prende origine dalle notizie e dalle immagini che ci sono giunte dalle proteste iraniane, ed in particolar modo dalla dimensione condivisa e collettiva che hanno assunto, per poi interrogarsi sulle possibili pratiche di autocoscienza maschile e le conseguenti prese di posizione e responsabilitĂ , soprattutto in tema di violenza, agĂŹta e subita.
Citando Francesca Pasini, che a sua volta fa riferimento al concetto di âfratrieâ di Lia Cigarini, ora che stiamo facendo esperienza del ÂŤcrollo dellâordine simbolico patriarcaleÂť gli uomini ÂŤdovrebbero indagare la propria differenza e da lĂŹ andare a confronto con lâaltra da sĂŠ. Questa è lâopera nuova per correggere âil presente disordineâ e non spetta solo alle donneÂť. In tal senso, nonostante la diversitĂ della narrazione che per la prima volta si attua attraverso lo sguardo maschile, SHE DEVIL ribadisce la sua coerenza concettuale attraverso tematiche e scelte curatoriali, inevitabilmente ed intrinsecamente connesse alle ricadute del sistema patriarcale in ambito femminile. In questo modo, attraverso il medium video si mettono in luce ed in questione i molteplici aspetti strutturali, sociali, politici, economici della mascolinitĂ egemonica, intesa come costrutto storico e culturale ma anche come insieme di pratiche che hanno permesso la perpetrazione di coercizione e sopraffazione.
Come da tradizione, lâedizione di questâanno trova il suo spirito guida nella ricerca di un artista di fama internazionale, questâanno lâartista Alfredo Jaar, che in qualitĂ di âGood Fatherâ dellâedizione presenta lâopera video del 1996 A Short Film on Monstrosity.
Inoltre, a coronamento delle due edizioni fuori âcanoneâ della rassegna â oltre a quella corrente, la dodicesima, dedicata alla fluiditĂ â sarĂ prodotta una pubblicazione edita da CURA., estensione del libro realizzato dalla stessa casa editrice e presentato al MAXXI nel 2019. Il volume sarĂ presentato nella primavera 2024 presso lo spazio Basement di Roma.
(dal comunicato stampa)
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FRAME rilancia Through the Looking Prism di Takanao Todo, finestra costituita da una parete di prisma di vetro che permette di vedere molteplici prospettive e possibilitĂ per il futuro.
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VIDEO POST cattura il post Instagram di Chen Yi per rilanciare Windy Field, installazione meccanica di LuxuryLogico, collettivo fondato nel 2010 da Chen Yi, Lin Kun-ying, Chang Keng-hau e Chang Geng-hwa e dalle loro diverse formazioni e prospettive.
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Il Museo Solomon R. Guggenheim e LG destina a Shu Lea Cheang il Premio LG Guggenheim 2024. La pioniera della Net art, la cui pratica interdisciplinare si estende per oltre trentâanni, è la seconda premiata nellâambito della LG Guggenheim Art and Technology Initiative, collaborazione quinquennale tra lâistituzione Newyorkese e LG, innovatore tecnologico e leader globale nei settori dellâelettronica di consumo, dei prodotti chimici e dei componenti automobilistici, per sostenere e promuovere gli artisti che lavorano allâintersezione tra arte e tecnologia.
âShu Lea Cheang è stata una delle prime a riconoscere il potenziale liberatorio del regno digitale. Celebriamo le sue audaci esplorazioni dei corpi, e dei loro desideri, nei nostri mondi digitali e analogici, e siamo entusiasti, insieme a LG, di riconoscere il suo necessario lavoroâ, affermano la vice direttrice Naomi Beckwith, e Jennifer e David Stockman, Chief Curator del Guggenheim.
Dagli anni Novanta si è occupata di tecnologie emergenti (spesso fin dalla loro nascita) come strumento, come tema ed in innumerevoli forme, sviluppando una notevole comprensione della loro complessitĂ e del loro ruolo nel plasmare la societĂ . Lâuso del codice, dei motori di gioco, del design del software, delle strategie di hacking e di mezzi tradizionali come installazioni, film e performance nei suoi progetti multiformi riflette il suo approccio unico al fare arte, fuori da ogni categoria prestabilita.
Oltre al suo lavoro pionieristico nella Net art, ha avuto una visione anticipata delle valute alternative e delle organizzazioni decentralizzate con Garlic=Rich Air (2002-), ha indagato le societĂ gamificate con Bowling Alley (1995), ha sondato le biotecnologie in Locker Baby Project (2001-2012) e ha esplorato la loro natura mutevole in Mycelium Network Society (2017-).
Il suo lavoro è profondamente radicato nei suoi interessi per la fantascienza, lâestetica queer e la costruzione di comunitĂ . Le sue esplorazioni delle strutture sociali nelle societĂ in rete hanno fatto progredire la comprensione della circolazione delle informazioni e dei modi in cui le persone comunicano. Ha utilizzato strumenti di comunicazione analogici in Those Fluttering Objects of Desire (199293), sensori di movimento e sistemi di gestione dei dati in BabyPlay (2001), per sviluppare un approccio tecnologico alternativo basato sulla produzione condivisa. Ă anche unâaffermata regista e ha prodotto e diretto quattro lungometraggi: Fresh Kill (1994), I.K.U. (2000), Fluidø (2017) e UKI (2023). Lâinstallazione di Cheang, Utter (2023), è un esempio di come negli ultimi anni abbia rivolto la sua attenzione alle implicazioni sociali dellâapprendimento automatico.
âLâopera di Shu Lea Cheang è stata eccezionale tra le candidature di spicco. Le sue opere dinamiche presentano unâenergia prorompente, palette di colori ipnotici e installazioni altamente complesse, giocose ed esteticamente piacevoli. In esse, lâartista rende la porositĂ tra il dominio fisico e quello digitale, offrendo al pubblico amalgami stimolanti con cui confrontarsi.
Traendo ispirazione dalla letteratura e dai film di fantascienza e dai videogiochi, i progetti e le sperimentazioni di Cheang nel campo dellâarte e della tecnologia presentano unâaffascinante panoramica delle tecnologie avanzate. Lâartista offre continuamente nuove chiavi di lettura dei cambiamenti tecnologici e dei loro effetti sulle nostre societĂ e la sua vasta produzione è, e rimarrĂ , molto influente per generazioni. Siamo onorati di sostenere la sua pratica innovativa attraverso questo prestigioso premioâ.
Cheang riceverĂ un onorario non vincolato di 100.000 dollari per celebrare i suoi risultati innovativi in questo campo. La giuria di questâanno era composta da Eungie Joo, Curatore e Responsabile dellâArte Contemporanea del San Francisco Museum of Modern Art; Koyo Kouoh, Direttore Esecutivo e Curatore Capo dello Zeitz Museum of Contemporary Art, CittĂ del Capo; Noam Segal, Curatore Associato LG Electronics, Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice del Castello di Rivoli Museo dâArte Contemporanea, Torino; e Stephanie Dinkins, artista e destinataria inaugurale del Premio LG Guggenheim.
immagini (cover 1) Shu Lea Cheang, ÂŤUKIÂť, 2023, still, digital color video, with sound, 80â (2) Shu Lea Cheang, ÂŤBaby LoveÂť (from ÂŤLocker Baby ProjectÂť), 2005. Networked media installation, dimensions variable. Installation view: ÂŤBaby LoveÂť, Palais de Tokyo, Paris, December 8, 2005âJanuary 8, 2006. Photo: Florian Kleinefenn (3) Shu Lea Cheang, ÂŤUtteringÂť, 2023. Digital color video, silent, 36 min., 26Ⲡ(4) Shu Lea Cheang with Dondon Hounwn, ÂŤHagay DreamingÂť, 2023, performed at Taipei Backstage Pool, Taiwan, October 28â29, 2023. Documentary photograph. Photo: Hsun Lang Lin
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FRAME cattura Neoerba, installazione artistica sostenibile di Sugo, monumento che denuncia la degradazione causata dai rifiuti elettronici ma anche lâimportanza delle schede dei circuiti informatici (PCB). Realizzata in in acciaio zincato e PCB riciclate e laminate a mano, la scultura integra un rivestimento bio-luminescente e un trattamento foto-catalitico testato dalla NASA. Questo sistema fornisce illuminazione naturale durante la notte e, in concomitanza purifica lâambiente circostante da virus, batteri e inquinanti utilizzando solo la luce solare e lâaria.â
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VIDEO POST rilancia Fluid Current di Sander Hagelaar, installazione dinamica dove le gocce dâacqua completano il circuito elettrico e fanno si che la luce si accenda.
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Il PAN | Palazzo delle Arti Napoli, istituzione ospitata negli spazi di Palazzo Carafa di Roccella, in tempi non sospetti è stato molto attivo su tematiche dâavanguardia come le ricerche attorno al digitale, è in procinto di riaprire i suoi spazi nel 2025 come Museo dellâImmagine.
Pensato come centro di ricerca, con una programmazione curata da Vincenzo Trione, avvia ora le sue attivitĂ con il METAPAN, che anticipa anche lâarchitettura legata alla ristrutturazione dellâarchitetto Giovanni Francesco Frascino che intende âripensare lâattuale configurazione del PAN, riaffermando con forza lâoriginaria vocazione urbana dellâedificio settecentescoâ.
âAlla riaperturaâ, cosĂŹ annuncia il comunicato stampa, âgli spazi del museo comunale saranno destinati al Museo dellâImmagine. Fotografia, cinema, digital art, ma anche pittura e scultura in dialogo con i nuovi media. Museo come territorio dellâiconosfera. Un luogo in cui scoprire come le immagini oggi si trasformano, si contaminano e si ibridano, contribuendo a mutare il mondo che abitiamoâ.
Il METAPAN inaugura le attivitĂ di questo spazio nel Metaverso con una meta operazione curata da Maria Grazia Mattei, direttrice del MEET a Milano e Valentino CatricalĂ , con il lavoro di quattro artisti italiani che lavorano su scala internazionale: Chiara Passa, Davide Quayola, Auriea Harvey e Bianco-Valente. Il tutto si avvale della supervisione tecnica dellâarchitetto Giuliano Bora, che ha realizzato lo spazio allâinterno di una piattaforma immersiva tridimensionale in maniera estremamente curata.
Dopo aver attraversato il viale e ammirato lâarchitettura del futuro PAN, si entra al suo interno dove le i quattro progetti dei rispettivi artisti selezionati sono immaginati come site specific, quattro diversi modi di invitare il pubblico nel progetto futuro architettonico ed espositivo, diverse tipologie di produzione artistica traslate in esperienza nello spazio.
Sulla sinistra si entra nel progetto di Chiara Passa, dove la sua serie di Object Oriented Stones, sculture tridimensionali fruibili in realtĂ aumentata, è traslata nello spazio virtuale. Entrando allâinterno di una gigantesca pietra-scultura, si esplora il paesaggio in maniera giocosa invitati a catturare le dieci pietre che del paesaggio sono parte integrante.
Sulla destra la stanza dedicata a Quayola, artista che pone il suo lavoro tra reale e artificiale, tra tradizione modernitĂ attraverso un ampio uso di algoritmi, presenta la LaocoĂśn Sequence, traslazione della sua serie di studi sul Lacoonte nel digitale, presentate in uno spazio espositivo virtuale molto curato, anche per quello che riguarda lâilluminazione.
Proseguendo, incontriamo il lavoro dellâartista e scultrice Auriea Harvey che catapulta il nostro alter ego virtuale una ziggurat perduta, una stanza ma anche una condizione che scaturisce da mistero e inquietudine, posto inospitale dal quale si rimane però attratti, complice anche il suono che accompagna la permanenza.
Il duo Bianco Valente mette in relazione linguaggio umano e sistemi informatici. Il lavoro, ma soprattutto la loro presenza in questo progetto, due artisti da sempre interessati alla dualitĂ corpo-mente e impegnati in progetti relazionali per lo piĂš legati al territorio alle comunitĂ di tutto il mondo, la cittĂ natale Napoli in primis, lascia intravedere lâintenzione di una progettualitĂ del PAN che si pone tra piĂš dimensioni, su un piano interdisciplinare, e senza mai perdere di vista le radici con il territorio.
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