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KOR’SIA al Romaeuropa Festival

Nella costellazione della performance contemporanea, Simulacro del collettivo KOR’SIA si impone come una delle esperienze più radicali e ipnotiche degli ultimi anni. Presentato al Romaeuropa Festival e alla Biennale Danza 2025, lo spettacolo, firmato da Antonio de Rosa e Mattia Russo, con la drammaturgia di Agnès López-Río, è un attraversamento dello sguardo, una meditazione reale e virtuale sul corpo, biologico ed espanso, e sull’immagine nell’epoca della simulazione.
Non può definirsi come un racconto ma piuttosto un’esperienza totale, immersiva che avvolge lo spettatore in un campo percettivo dove la materia viva e la materia mediale si confondono, fino a diventare indiscernibili.
In Simulacro, il corpo non è un solo medium della danza: è un’interfaccia, una soglia, un rito dissolto nelle reti e nella loro permanenza volatile.

KOR’SIA costruisce uno spazio in cui luce, proiezioni, video e suono agiscono come membrane sensoriali, attraversando i performer e dissolvendone i contorni. La scena diventa organismo: non rappresenta, ma reagisce. Ogni movimento si propaga nello spazio come dato e come emozione, come codice e come respiro. La multimedialità performativa è il vero linguaggio di programmazione dello spettacolo. L’immagine abita ed invade la danza: la genera, la disturba, la prolunga. Contemporaneamente, in una osmosi sorprendente, la luce  seziona i corpi come un bisturi ottico; il suono prende la forma di architettura invisibile del visibile, struttura effimera della radicalità dei corpi in movimento. In questo equilibrio instabile tra carne e proiezione, Simulacro interroga la presenza e la sua copia, il gesto e la sua traduzione digitale, la realtà e il suo doppio. La tecnologia non è dispositivo freddo, ma materia sensibile, capace di generare flussi di dati, di sensazioni, di percezioni, di movimenti.
L’elettronico diventa epidermico: luce e video aderiscono alla pelle, il movimento diventa pixel, il corpo si fa spazio di proiezione, il suono rete tangibile. La multimedialità svela la fragilità, la sua vocazione all’instabilità e al riflesso. Simulacro mette in scena la crisi della percezione. Gli interpreti emergono e si dissolvono come presenze digitali, apparizioni che scivolano nel flusso visivo di un sogno elettronico. Lo spettatore è immerso in una soglia percettiva dove ogni figura sembra essere insieme viva e artificiale. In questa ambiguità , dove la carne vibra con la luce e la luce sembra sudare, nasce la forza poetica del lavoro: una riflessione fisica sull’irrealtà, sulla liminalità virtuale, sulla finzione come condizione esistenziale. La performance di de Rosa e Russo è anche un gesto politico: un atto di resistenza del corpo dentro l’eccesso visivo e accumulativo della contemporaneità.

Nell’epoca in cui tutto può essere simulato, Simulacro restituisce al corpo la sua potenza originaria: quella di un essere fragile, imperfetto, fallibile, non programmabile.
La danza diventa una forma di sopravvivenza dell’esperienza, un rito per ritrovare dentro la moltiplicazione delle immagini una presenza autentica, una possibilità di respiro.
La multimedialità performativa, per KOR’SIA è una pratica di attraversamento, un modo di interrogare la soglia dove la visione si fa corpo e il corpo diventa immagine.
Là dove l’arte incontra la tecnologia non per descriverla, ma per sentirla, per trasformarla in carne viva.

Antonio de Rosa, Mattia Russo, KOR’SIA, Romaeuropa Festival, 07-08.10.2025
Produzione: Gabriel Blanco, Paola Villegas, Andrea Mendez (Spectare) | Direzione Tecnica: Meritxell Cabanas | Coproduzione: Centro de Cultura Contemporánea Conde Duque (Madrid, Spagna), La Biennale di Venezia, Centro Nazionale di Produzione della Danza ResExtensa | Porta d’Oriente (Bari, Italia), Montpellier Danse – Agora Montpellier (Francia), Theater Freiburg (Germania) | Con il supporto di: Ministero dell’Educazione, Cultura e Sport – Governo di Spagna Comunità di Madrid, Comune di Madrid

immagini: (tutte) KOR’SIA, «Simulacro», Romaeuropa Festival

 

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