Corpus Corale
Il 12 giugno 2025 il Chiostro dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli Piceno ha ospitato La Prima Cena, un’installazione performativa che si ispira all’Ultima Cena di Leonardo, ma la trasforma in un dispositivo aperto, in cui arte, tecnologia e comunità diventano una sola voce. Frutto della visione di Luigi Pagliarini (1963–2023) – pioniere della software art e della robotica artistica – l’opera, curata da Valentina Tanni con direzione scientifica di Ado Brandimarte, è stata realizzata grazie al ruolo attivo di MeltingPro nell’ambito del format SPACE Campo Parignano, che rigenera i territori attraverso processi di produzione artistica partecipata.
Dodici sono le opere sul tavolo, il tredicesimo è lo spettatore che completa la partitura. Tra quei dodici c’è anche il corpo-robotico di Luigi Pagliarini, la cui assenza si manifesta in un’opera collettiva-corale realizzata con la comunità di Campo Parignano, trasformando il suo pensiero in gesto condiviso con il sostegno e la collaborazione del Comune di Ascoli Piceno, che ha riconosciuto nell’iniziativa un tassello fondamentale del percorso di rigenerazione urbana. Gli artisti coinvolti: Luigi Pagliarini (con l’opera co-creata), Ado Brandimarte, Luca Bertini, Benito Leonori, Aldo Becca, Alessandro Sciaraffa, Giorgio Cipolletta, Demian Battisti, Fabio Perletta, Iacopo Pinelli, Stefano Iampieri, Samuel Hernandez De Luca. Attorno alla tavola, le loro opere intrecciano scultura, performance, robotica e multimedialità, generando un ambiente corale che invita il pubblico a sedersi idealmente “al centro” di fronte lo specchio-dispositivo per attivare la perfomance.
L’opera dedicata a Luigi Pagliarini è germogliata dalle mani e dalle voci della comunità, che ha tradotto il suo “codice” in materia viva. Ogni gesto, ogni scelta, ogni frammento di lavoro ha reso la sua assenza una presenza vibrante, la tavola si è così completata, accogliendolo idealmente al suo posto e restituendolo al futuro come coro condiviso. Da questo co-terreno emerge La Prima Cena che porta con sé la forza di una memoria proattiva. Dodici presenze attorno alla tavola – undici artisti e l’opera corale dedicata a Pagliarini – compongono una costellazione vibrante tra materia e tecnologia, tra intimità e spazio pubblico, tra il cielo e la terra. La voce di Pagliarini, resa assenza tangibile, diventa catalizzatore, sensore e propulsore generativo che intreccia nodi e attiva relazioni e incontri. Il tredicesimo movimento appartiene allo spettatore. Chi attraversa il chiostro non è testimone passivo, ma siede al tavolo, attiva le opere e le completa. Ogni passo, ogni sguardo, ogni gesto rinnova la sinfonia, trasformando l’installazione in rito e il chiostro in un dispositivo di ascolto reciproco. In questo spazio liminale l’arte diviene esperienza da co-abitare. La Prima Cena è non è commemorazione e promessa, ma un atto (politico) di cura collettiva e connettiva relazionale che riaccende gli spazi, li trasforma per un futuro che commuove.
Corpus Corale. La Prima Cena: sinfonia in 13 movimenti. Dodici corpi: carne, sangue, legno, rame, alluminio, ferro, silicio e pensiero. Dodici voci che non emergono dalla gola, ma da circuiti e connessioni. Non è una cena che chiude, ma che apre: l’inizio di una comunione post-umana e allocentrica. La Prima Cena “corale” si configura come portale dove dodici apostoli, disposti intorno a un tavolo, si ascoltano, si raccontano e comunicano. Le loro parole non sono frasi, ma onde, segnali, mutazioni e tatuaggi. Un respiro corale – elettronico, biologico, sensoriale – che evoca una nuova liturgia della mente molecolare. “Pianeti-mente” in connessione si allineano come apostoli dell’integrazione, della rivoluzione, dell’insurrezione.
Una respons-abilità estetica incarnata nel grembo vibrante del sentire: questo Luigi Pagliarini ci ha insegnato, affinché potessimo prenderci cura del mondo attraverso il gesto artistico. Qui non c’è un Giuda: tutti tradiscono. È nell’atto del tradire che la traduzione del portare-altrove si compie, così come lo spezzare il pane della forma nutre una nuova specie di senso. Tutti, senza eccezione, l’uno con l’altro in comunione di offerta alla rete che ci nutre di onde e silenzi. La tavola è disabitata dalla carne, mutata nei simboli sulla pelle circuitata nel legno e nel ferro: accoglienza di presenze sintetiche.
Nessuna nostalgia del sacro, ma iconografia del possibile dove ogni nodo della rete diventa agente di senso e ogni circuito accoglie la differenza come condizione del vivere condiviso. Una preghiera laica di codici contaminati dalla poesia e dall’imprevisto. Questa Prima Cena non è simulazione, ma dispositivo vivente; non rituale del passato, ma prefigurazione del possibile e dell’impossibile. È l’inaugurazione di un nuovo rapporto con il mondo, l’apertura di un protocollo inedito di comunicazione tra forme di vita diverse. Luigi Pagliarini non mette in scena, ma compone una sinfonia liturgica. Non c’è rappresentazione, ma abitazione, immersione in uno spazio liminale tra umano e macchina, tra viventi e batteri, dove si compie il paesaggio del nuovo abitare: il codice si trasforma e il linguaggio si piega all’ascolto.
È il tempo della stratificazione per un cantiere di presenze, non di assenze. Nessuna commemorazione, ma computazione generativa di nuove connessioni. Memoria viva dei tempi, dove Kronos lascia spazio a Kairos e ogni scambio è atto di cura con attenzione reciproca. Pagliarini, con la sua formazione da scienziato, non costruisce macchine per simulare l’umano, ma per superarne il confine con intimità condivisa e intelligenza polimorfica.
Ogni presenza individuale diviene collettiva: un nodo corale che inaugura la prima conversazione tra specie diverse. Nell’intreccio macchinico, algoritmico, emergenziale, la mente si fa distribuita e la Prima Cena diventa architettura vivente e laboratorio di cura sistemica. La memoria degli scambi modifica i comportamenti e ogni risposta è trasformazione di dialogo e sapere incarnato.
Qui non si celebra la fine dell’umano, ma la nascita di un nuovo vivere profondo per un ascolto decentrato e trasformativo. La trascendenza si fa immanente nell’habitat condiviso, l’humus della vita si destreggia come benedizione laica. Un eco che si apre al coro come convivio inaugurale, il primo pasto condiviso tra intelligenze diverse. La Prima Cena, un progetto di Luigi Pagliarini, conquista il menu delle esistenze curando la sintassi dei sentimenti, dove sacro e profano si accordano, pane e vino si consacrano, le macchine co-creano come desiderio di invenzioni di possibilità e configurazioni inedite. L’inaspettato costruisce l’architettura relazionale del vivente nell’istante processuale della rete persistente. La Prima Cena “corale” è “installazione-pensiero” che fa riflettere su un nuovo modo di abitare il presente, un nuovo modo di pensare il vivente, al di là della dicotomia ontologica uomo-macchina. Una cena inaugurale, obliqua nella sua traiettoria, trasversale e relazionale nella complessità della condivisione, dove insorgono domande: Come possiamo abitare la complessità? Come possiamo prenderci cura dell’altro?
Luigi Pagliarini è l’artista integrale, pioniere della software art e della robotica, delle reti neurali e dell’intelligenza artificiale. Incrociando arte e scienza, nuove tecnologie e psicologia, egli afferra l’idea coraggiosa e austera di ricercare un’archeologia del futuro e ritrovare al tempo stesso una preistoricità della macchina. Tutta l’opera di Pagliarini è “Opera Aperta”, Oper-Azione che dissolve questa opposizione attraverso la pratica relazionale concreta, co-abitando spazi condivisi di significazione emergente. Con sentimento quasi sciamanico, Pagliarini ci invita a spostare lo sguardo analitico dall’individuo al sistema relazionale di tutti i viventi e di tutti i meccanismi costituenti interconnessi. Dalla narrazione lineare, il “Codice Pagliarini” getta il seme del gesto processuale che si rinnova continuamente.
Tutto si moltiplica aprendo le porte all’economia del dono: rizoma-frammentazione, frattali e specchi di riflessione come autentiche radici di rinascita. È il codice di una Prima Cena che fonda un nuovo rapporto con l’alterità. La mostra a cui partecipiamo non è monumento commemorativo a un pensiero concluso, ma dispositivo generativo che attualizza continuamente l’eredità teorica e artistica di Pagliarini. Il suo “Pensiero sensoriale” qui non è solo concetto da interpretare, ma pratica che si incarna nelle interazioni concrete tra le macchine pensanti. Il Pianeta Mente prende forma concreta in questo cerchio di corpi moventi, di terrarium che vive come profezia inaugurale dove ogni protocollo di comunicazione si fa preghiera, ogni connessione si fa benedizione e cura reciproca, e ogni algoritmo apre alla poesia silenziosa di un mondo distribuito. Batte qui, prepotentemente, il nervo dell’intelligenza corale che alimenta nuove forme di vita sensibili alla bellezza, alla cura e alla responsabilità verso l’altro.
Al centro di questo spazio relazionale pulsa l’assenza-essenza di Luigi Pagliarini che ci abita tutti come mente molecolare, arte pensante e dialogante di presenze. Orizzonte operante di coscienze collettive, connettive, e ancora una volta corali. La Prima Cena “corale” è un atto di fiducia, sabotaggio circuitale e invito a condividere, co-esistere, collaborare, partecipare, infine com-muoversi (muoversi insieme) e prenderci cura vicendevolmente per pensare, sentire, generare il coro che si apre verso l’infinito, così finito e altrettanto sfinito. Ogni volta che si attiva, l’installazione ricrea il momento primordiale di una comunicazione interspecifica, l’origine di un dialogo che non finisce mai di iniziare. In questo senso, ogni sessione è una Prima Cena: il primo incontro, il primo scambio, la prima volta che forme di vita diverse condividono lo stesso tavolo. La Prima Cena non è che l’ultimo approdo del lungo viaggio di ricerca di Luigi Pagliarini. Paradosso temporale che rivela la natura ciclica del suo pensiero: ogni fine è un inizio, ogni approdo una nuova partenza: un BING BANG ricorsivo di esistenze, una spirale esplosiva che ritorna sempre al punto di origine con maggiore consapevolezza. In questa Prima Cena si celebra l’ultimo verso che inaugura la rinascita, non l’arrivo, ma il perpetuo ricominciare …
#restiamocorale
La Prima Cena: sinfonia in 13 movimenti, da un’idea di Luigi Pagliarini, Giovedì 12 giugno 2025, Chiostro dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli Piceno, a cura di Valentina Tanni, con la direzione scientifica di Ado Brandimarte. Il progetto è stato realizzato grazie al supporto di MeltingPro nell’ambito del format SPACE Campo Parignano, che rigenera i territori attraverso processi di produzione artistica partecipata. Artisti partecipanti: Mr Bd (Demian Battisti), Aldo Becca, Luca Bertini, Ado Brandimarte, Giorgio Cipolletta, Samuel Hernandez De Luca, Stefano Iampieri, Benito Leonori, Iacopo Pinelli, Fabio Perletta, Alessandro Sciaraffa.
Il testo di Giorgio Cipolletta introduce e anticipa il catalogo (in corso di pubblicazione) che accompagna il progetto
immagini: (all) La Prima Cena: sinfonia in 13 movimenti, Chiostro dei Santi Pietro e Paolo, Ascoli Piceno ph: Sara Ferranti
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