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Il valore delle residenze d’artista

29 décembre 2024 à 10:03

La presente riflessione nasce a distanza di alcune settimane dal convegno Ripopolare, Rigenerare, Risiedere. Il ruolo delle residenze artistiche: un incontro durato due giorni, 9-10 novembre scorsi, presso lo Spazio Pertini del Comune lucano di Latronico (PZ) e promosso, oltre che dalla stessa Amministrazione Comunale, dall’Associazione delle residenze artistiche italiane STARE, e dall’Associazione Culturale Vincenzo De Luca-APS.

Il convegno è stato importante occasione di discussione del valore sociale, politico, oltre che artistico, delle residenze d’artista nelle aree interne e rurali: qual è il ruolo che queste strutture rivestono nelle dinamiche di valorizzazione dei territori fragili e nelle relazioni tra arte, comunità e sviluppo economico-sociale?

Sebbene le residenze artistiche siano state inizialmente concepite come spazi di riflessione e ricerca per gli artisti, il loro impatto va ben oltre la produzione culturale: esse sono anche momento durante il quale la comunità si riappropria di spazi fisici e simbolici, generando forme nuove di coesione sociale e di riattivazione dei territori.

Le residenze artistiche, dunque, non sono solo momento di sperimentazione e ricerca, ma contribuiscono anche alla creazione di legami tra le comunità locali e gli artisti, trasformando e arricchendo l’intero sistema sociale ed economico.

L’arte, pur nella sua autonomia espressiva, può essere un potente strumento per stimolare la partecipazione civica. In questo senso, il concetto di “risiedere” non si limita a una mera presenza fisica, ma diventa una metafora di una residenza attiva, impegnata nel connettere individui e collettività, promuovendo un’idea di “abitare” che trascende la semplice permanenza.

Occorre, però, sottolineare il fatto che, nonostante le residenze artistiche siano riconosciute come potente strumento per favorire l’incontro tra ricerca artistica e territorio, esse da sole non possono assolvere all’azione rigenerativa dei territori, troppo spesso associata ad una mera opera di maquillage urbano. Sebbene il termine “rigenerazione” sia, infatti, ormai abusato, e non solo nei proclami politici, il vero significato di questa parola, quando applicato alle residenze artistiche, si radica in un’azione di sensibilizzazione e educazione al “bello”, un processo che nasce dalle comunità stesse, nella consapevolezza che la cultura e l’arte possono stimolare una nuova visione del territorio. La vera azione di rigenerazione non può non partire da un’azione di sensibilizzazione delle collettività, trovando la sua vera forza nell’azione culturale ed educativa.

La vera rigenerazione territoriale è il frutto di un impegno condiviso, che va oltre la logica dell’evento e investe la capacità delle persone di riscoprire e rivitalizzare il proprio territorio.

Il valore della bellezza, in questo contesto, non è solo un valore estetico, ma un principio educativo che sollecita nuove forme di relazione con lo spazio e con gli altri. L’arte ha il potere di trasformare non solo il paesaggio fisico, ma anche la percezione che una comunità ha di sé stessa e del proprio futuro. In questo modo, le residenze artistiche si configurano come attori fondamentali nella creazione di una cittadinanza attiva, consapevole e capace di immaginare e realizzare un futuro più aperto e dinamico.

“Stare” e “residenza” sono due termini meravigliosi: presuppongono un’azione di stato in luogo, di stanziamento, di occupazione fisica di uno spazio, perché, come sosteneva Benjamin, l’abitante è colui che lascia una traccia del suo passaggio e della propria esperienza. Ecco dunque STARE.

Ripopolare, rigenerare, risiedere. Il ruolo delle residenze artistiche 9 – 10 novembre 2024 Latronico
Promosso da STARE Associazione delle residenze artistiche italiane, Associazione Culturale Vincenzo De Luca-APS, Amministrazione Comunale di Latronico

immagini (tutte): “Ripopolare, rigenerare, risiedere Il ruolo delle residenze artistiche”, November,  9 – 10, 2024 Latronico

 

 

 

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SeTaccio il Vento

24 mai 2024 à 11:24

A Pescara Agnese Purgatorio porta le parole, in forma sonora quanto segnica: suoni e grafemi di terre lontane che hanno il profumo del vento adriatico.

Da sabato 27 aprile l’opera permanente “Il Vento porta via Velo” è entrata a far parte della collezione di opere site-specific dello Spazio Matta di Pescara, esito della terza delle residenze d’artista curate da Marcella Russo, ideatrice e curatrice della sezione Matta Arte Contemporanea.

Il lavoro che Purgatorio ha presentato a Pescara è fatto di tre momenti- filmico, performativo e installativo- e restituiscono il risultato della residenza “SeTaccio il Vento”. Non è un caso che il nome scelto faccia eco ai versi della poetessa iraniana Forugh Farrokhzad, voce del dissenso femminile che con la sua poesia sfidò la tradizione islamica: da anni la ricerca della Purgatorio è incentrata sulla parola e attenziona gli ultimi.

Setacciare la sabbia e tacere il vento, per portare alla luce qualcosa. Il primo momento della restituzione è un video che intreccia audio e immagini prodotti dall’artista, quasi residui dell’estate adriatica. Ad invocare il silenzio il gesto arpocratico di un bimbo, il cui dito alla bocca allude, forse, al carattere complesso della poesia, che gioca tra parole e silenzi, pause.

I versi e la voce di Forugh Farrokhzad, registrata nel 1963, ritornano nella performance del chitarrista Bob Cillo: note blues su voce e testo di Forough Farrokhazad. E il risultato è una melodia di una voce passata che rivive e racconta dell’urgenza di un cambio di rotta. “Ho detto […]vorrei accelerare la mia fuga dalla tempesta di vento e dalla bufera. […]Ricordo che tutta la mia vita è vento. Sono diventata il pellicano del deserto.”

Il neon a luce verde si accende all’imbrunire dopo le note della chitarra e la melodica voce orientale: l’installazione permanente “Il vento porta via il Velo” è un neon soffiato a mano e scritto in farsi, libera citazione di un verso di Abbas Kiarostami, ispiratore della rivoluzione verde iraniana.

E allora, il collegamento in video durante la presentazione del filmatocon Shady Alizadeh, attivista del movimento “Donna, vita, libertà” è momento per ricordare di “non disabituarci ai diritti di umanità”, diritti generali non categorizzabili.

L’inaugurazione della nuova opera e la restituzione del lavoro della Purgatorio è, infine, occasione di dibattito sulle residenze d’arte: un talk moderato da Miriam Di Francesco che ha visto discutere insieme, oltre alla curatrice Marcella Russo e all’artista Agnese Purgatorio, Andrea Croce, fondatore di Unpae, Giovanni Gaggia, fondatore di Casa Sponge e Lucia Giardino, fondatrice di GuilmiArtProject.

E allora perché nasce una residenza? Per tornare a vivere ma anche a leggere i luoghi natii, spesso periferici, con occhi diversi. Residenze fatte di momenti di negoziazione ma anche di forte sinergia con i territori, perché la residenza d’arte è anche azione politica e azione di mediazione dei linguaggi contemporanei.

A Pescara Agnese Purgatorio porta le parole, in forma sonora quanto segnica: suoni e grafemi di terre lontane che hanno il profumo del vento adriatico.

immagini: (tutte) Agnese Purgatorio, «Il vento porta via il velo», 2024, neon soffiato a mano, Matta Arte Contemporanea

Agnese Purgatorio, Il Vento porta via Velo, 2024
Da sabato 27 aprile l’opera permanente Il Vento porta via Velo è entrata a far parte della collezione di opere site-specific dello Spazio Matta di Pescara, esito della terza delle residenze d’artista curate da Marcella Russo, ideatrice e curatrice della sezione Matta Arte Contemporanea.
Lo Spazio Matta, centro per le arti contemporanee, nasce nel 2011 come progetto di rigenerazione urbana nell’area dell’ex Mattatoio di Pescara. Il progetto di residenze di cui è parte la produzione de ll Vento porta via Velo di Agnese Purgatorio è a cura di Marcella Russo. Anima e corpo del progetto è l’associazione culturale Artisti per il Matta, che mette in rete enti culturali, artisti e curatori impegnati da anni nella produzione e nella promozione dello spettacolo dal vivo (danza, teatro, performance, musica) e delle arti visive (video arte, cinema e architettura). Obiettivo e desiderio comune è quello di creare “un distretto artistico” che promuova il valore della cultura come “bene diffuso”. La sfida risiede nel portare “la bellezza in periferia”, ovvero offrire una proposta artistica di qualità che mette al centro “il valore dell’esperienza dello spettatore”. L’approccio scelto, è il lavoro in rete: da un lato vengono inclusi artisti e operatori culturali della città e della Regione nelle attività dello Spazio, dall’altro viene coinvolta la comunità cittadina come fruitore attivo della cultura.

 

 

 

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