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Iginio De Luca. Carborundum

27 décembre 2024 à 18:27

Carborundum, il suono del tempo minerale è il lavoro che l’artista romano Iginio de Luca ha realizzato per la Litografia Bulla (fondata a Parigi nel 1818), dal 1840 attiva a Roma nell’incontro con generazioni di artisti locali o in transito da diverse parti del mondo.

Con la capacità di pochi di re-inventarsi, dal 2020 la Litografia ha inaugurato una delle sue finestre al Progetto Passaggi, apertura sulla strada di una delle due delle stanze storiche dello studio, dove gli artisti hanno sperimentato, e continuano a sperimentare, con questa particolare tecnica di stampa. Apertura, anche, alla sperimentazione con ogni generazione di artisti per iniziativa Beatrice e Flaminia Bulla, settima generazione a portare avanti l’attività assieme al padre Romolo.

Iginio De Luca è stato invitato a realizzare un lavoro e a mettersi in ascolto del luogo. “Artista attento alle condizioni di soglia, là dove prendono forma confini mobili, i momenti in cui avvengono i passaggi di stato, in cui la percezione di chi osserva trasforma le persone, i luoghi e le cose in qualcos’altro”.
Così ritrae l’artista Pietro Gaglianò, e questa particolare sensibilità fa sì che il luogo si incontri nel procedimento litografico, in particolare nel momento della cancellazione della pietra, passaggio tra un lavoro e un altro.

Il disegno ad inchiostro formato da grassi e resine, realizzato dagli artisti e poi fissato sulla pietra, viene infatti poi cancellato alla fine di ogni lavorazione attraverso un materiale abrasivo, il carborundum (del titolo). La cancellatura è un momento di transizione che il suo lavoro restituisce in più di un’immagine, tutte radicate nel suono.

Il suono è quello che nasce nello sfregamento del carborundum sulla pietra, con l’impiego di diverse grane, dalla più fina alla più spessa. Iginio De Luca si è impegnato in questo processo alla ricerca di una sintonia e un ritmo, con un impegno anche fisico che potesse far rivivere la memoria della pietra.

Quando il suono, orchestrato in cinque brani compressi in un vinile, si disperde nelle stanze della litografia, ‘luogo esoterico’, ‘tempio dell’immagine’ come lo ha fotografato con le parole Anna Cestelli Guidi nel testo che accompagna l’installazione, la memoria dell’attività di centinaia di pietre litografiche affastellate nello spazio, è restituita alla vita.

A questa immagine ‘suonata’ nelle corde dell’empatia, si aggiunge quella della traccia audio di questo procedimento formattata dal computer e incisa a mano da Iginio de Luca sulla stessa pietra per farne una litografia.

L’eco di queste immagini risuona nel materiale che riveste interamente le copertine della serie dei venti vinili e nel titolo, Carborundum, il suono del tempo minerale, che deposita nel materiale abrasivo e nel suo processo, la matrice di questa operazione e ne visualizza la sua futura trasformazione nella sperimentazione che verrà. Nel mentre, fuori dalle stanze del laboratorio litografico, l’eco della cancellazione risuona nella coscienza politica con la stessa forza poetica che definisce tutte le operazioni di Iginio De Luca.

immagini: (tutte) Iginio De Luca, «Carborundum, il suono del tempo minerale», Litografia Bulla, Roma. © Luis do Rosario

 

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